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BENI CONFISCATI : approvata relazione. Confisca anche a eredi di mafiosi ?
03/12/2007

La commissione parlamentare antimafia ha approvato all'unanimita' la Relazione sullo stato di attuazione della normativa e delle prassi applicative in materia di sequestro, confisca e destinazione dei beni della criminalita' organizzata redatta da Giuseppe Lumia.

''L'approvazione della relazione sui beni confiscati alla mafia, avvenuta all'unanimita' - ha commentato il presidente della Commissione, Francesco Forgione - conferma che 25 anni dopo l'intuizione di Pio La Torre sulla necessita' di combattere la mafia sul terreno della ricchezza e' ancora viva e attuale. Con questa relazione e in particolare con il voto di approvazione all'unanimita', offriamo al Parlamento e al Governo elementi utili per una lotta contro la potenza economica delle mafie sempre piu' efficace e profonda''. 

Secondo la relazione, "Sebbene le associazioni mafiose abbiano allargato gli ambiti operativi in cui operano, che da palcoscenici locali si sono proiettati anche su scenari internazionali, la componente economica e finanziaria mantiene intatta, se non accresciuta, la propria importanza. Appare accresciuta, infatti, la capacita' delle organizzazioni mafiose di agire come soggetti economici sui mercati, distorcendone i meccanismi di funzionamento, attraverso l'utilizzo delle enormi risorse economiche e finanziarie reperite nella gestione delle molteplici attivita' illecite - dal traffico degli stupefacenti al contrabbando, dalla speculazione edilizia agli appalti pubblici, al racket ed all'usura - svolte anche oltre i confini nazionali, e spesso in sinergia con gruppi criminali stranieri".

Pertanto, "I beni confiscati rappresentano, dunque, un valore sociale ed economico tangibile e possono costituire, come di fatto e' stato in alcune circostanze, uno strumento per far crescere le comunita' locali, diventando moltiplicatori di progettualita' positiva da parte dei vari soggetti coinvolti. Il valore simbolico della destinazione a fini socialmente utili dei patrimoni in possesso delle organizzazioni criminali ha rappresentato, per le comunita' segnate dalla presenza mafiosa, il segnale piu' forte e concreto della riaffermazione positiva dell'autorita' dello Stato che, attraverso i nuovi strumenti, restituiva alla collettivita' quanto illecitamente era stato ad essa sottratto con l'intimidazione e la violenza e mascherato in forma di legittima disponibilita'". 

Ma la confisca dei beni dei mafiosi deve valere anche per gli eredi degli arrestati. E' quanto ha sottolineato, in sintesi, la senatrice Rosa Villecco Calipari, coordinatrice del comitato Beni confiscati della commissione antimafia, intervenendo in dichiarazione di voto per il gruppo del Pd.

"E' necessario recidere il nesso di pregiudizialita' - ha continuato Villecco Calipari - tra le misure di prevenzione personali e le misure patrimoniali, in modo da garantire la possibilita' di ricorrere alle misure patrimoniali indipendentemente dalla persistenza delle condizioni personali per la loro applicazione. E quindi prevedere che in caso di morte del mafioso, il procedimento di prevenzione patrimoniale continui nei confronti degli eredi quali beneficiari di un illecito arricchimento, senza la previsione di alcun termine di decadenza dell'azione. Se la norma non fissa questo principio si rischia – faccio un esempio, anche provocatorio ma non paradossale - di dover restituire i beni non confiscati definitivamente ai futuri eredi di Bernardo Provenzano. Sono necessarie modifiche normative che stabiliscano che l'eventuale revoca della confisca non dia luogo alla restituzione del bene, bensi' al riconoscimento del risarcimento a favore dell'avente diritto, salvo casi eccezionali".

"In merito alla tutela dei terzi creditori - ha concluso la senatrice - una legislazione attualmente lacunosa genera notevoli ritardi. È fondamentale regolare piu' esplicitamente i rapporti tra la procedura di prevenzione e i diritti dei terzi in buona fede, al fine di prevenire i rischi derivanti da precostituzioni di posizioni creditorie di comodo". 

E' stata individuata all'unanimita' anche l'esigenza di trasferire le competenze in materia di gestione e destinazione dei beni, attualmente spettanti all'Agenzia del Demanio, ad una nuova struttura nazionale, attraverso un disegno di legge ad hoc, che Calipari proporra' come coordinatrice del Comitato beni confiscati.

Dall'audizione del Direttore generale dell'Agenzia del Demanio si evince che alla data del 31.12.2006, i beni immobili definitivamente confiscati risultano in totale 7328, dei quali 3493 sono stati gia' destinati o, in minima parte, dichiarati formalmente non destinabili (in numero di 121) e 3835 sono censiti come beni ancora in gestione. La meta' dei beni confiscati ancora in gestione e' costituita da appartamenti o altri tipi di abitazioni (in totale 1900), il 26% da terreni (in numero di 810) e la restante parte da pertinenze, locali ed altre tipologie di immobili. L'83% dei beni confiscati si trova nelle regioni di Sicilia (45%), Puglia (7%), Campania e Calabria (15% ciascuna); il restante 17% e' concentrato prevalentemente nelle regioni di Lazio e Lombardia.

Secondo i dati forniti lo scorso luglio dal ministero della Giustizia: su un totale di 29.835 beni confiscati (15.967 immobili, 6.741 mobili, 7.127 titoli, per un valore totale di oltre 460 milioni di euro) solo 2.377 sono stati assegnati e riutilizzati a vantaggio della collettivita' (490 allo Stato e 1.887 ai Comuni).

di Mauro W. Giannini
fonte: www.osservatoriosullalegalita.org 

 


 
 
 
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