Combattere il fenomeno degli, operatori improvvisati, degli abusivi e dei
doppio lavoristi che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori, fanno
concorrenza sleale alle imprese regolari, sottraggono gettito alle casse dello stato e rendono un
cattivo servizio ai consumatori.
Sono queste le finalita' di un disegno di legge messo a punto da CNA Costruzionie Anaepa Confartigianato con lo scopo di fare chiarezza nel mondo dell'edilizia, fissando come premessa la necessita' di porre precisi requisiti per poter svolgere l'attivita' di imprenditore.
La proposta e' stata lanciata il 7 febbraio a Roma, a due passi dalla camera dei deputati, ormai in aria di smobilitazione in vista della campagna elettorale. Gli edili di CNA e Confartigianato hanno tuttavia mosso nelle mani della classe politica uscente
un disegno di legge per disciplinare l'accesso all'attivita' di costruttori.
«Costruttori qualificati significa cantieri sicuri», hanno spiegato i presidenti delle due organizzazioni, Giovanni Tonioni e Arnaldo Redaelli.
«Riteniamo infatti indispensabile un provvedimento che, attraverso la qualificazione degli imprenditori, riesca a garantire trasparenza del mercato e tutela di lavoratori e consumatori».
«Il disegno di legge», ha aggiunto Tonioni, «intende essere un contributo concreto per regolare un settore nel quale le imprese continuano ad aumentare, ma purtroppo, insieme agli imprenditori qualificati, arrivano sovente anche operatori improvvisati, incapaci di offrire servizi di qualita' che di fatto "inquinano" il mercato».
No agli imprenditori scarsamente qualificati, hanno percio' insistito CNA Costruzioni e Anaepa Confartigianato. Ma oggi, a governo caduto, la strada per adottare in tempi brevi una nuova normativa sembra essere tutta in salita. «Possiamo provare a inserire qualche norma magari nei provvedimenti che il governo si appresta a licenziare, come il milleproroghe o quello sulla sicurezza nei luoghi di lavoro», ha provato ad azzardare Antonio Rusconi, deputato del Pd.
Un'ipotesi, questa, messa subito in dubbio dal senatore Maurizio Eufemi (Udc), della commissione finanze e tesoro: «Non credo ci sia spazio», ha affermato. Dal canto loro Marco Zacchera, deputato di An, e il suo collega di partito Carlo Ciccioli, nell'apprezzare l'iniziativa, si sono fatti carico di trasformarla nella prossima legislatura in un ddl bipartisan o addirittura di possibile iniziativa governativa in caso di vittoria del centro-destra. La condivisione dei temi proposti dal disegno di legge e' stata comunque trasversale.
Tanto che CNA Costruzioni e Anaepa Confartigianato hanno insistito a lanciare un appello affinche' fosse inserita almeno una delle norme contenute nel ddl, magari in un decreto, anche a livello ministeriale, che il governo uscente si appresta a licenziare.
La proposta normativa, composta di nove articoli, prevede infatti che in una prima fase di immediata applicazione
gli aspiranti imprenditori, o loro preposti, dovranno conseguire un attestato di qualificazione professionale dopo aver frequentato un
corso di almeno 8O ore di formazione imprenditoriale e manageriale dedicata soprattutto agli adempimenti per la tutela della
salute e sicurezza sul lavoro.
Questo attestato dovra' essere conseguito anche da tutte le imprese piu' «giovani», vale a dire quelle operanti da un periodo inferiore a due anni alla data di entrata in vigore della legge.
«Per il momento potrebbe essere un buon inizio», ha chiarito Giuliano Sciarri, responsabile di CNA Costruzioni. Quando la legge sara' definitivamente adottata e andra' a regime, pero',
per poter aprire un'azienda edile i nuovi imprenditori dovranno possedere diversi requisiti.
Innanzitutto di idoneita' professionale: bisognera' frequentare corsi di formazione e istruzione professionale di
durata variabile fino a tre anni a seconda della complessita' dell'attivita' imprenditoriale, integrati da periodi di esperienza lavorativa e professionale in aziende abilitate, da integrare in base ai principi di alternanza fra periodi di studio e pratica sul lavoro.
Ci saranno poi requisiti di onorabilita': l'imprenditore non dovra' avere precedenti penali o procedimenti giudiziari in corso; infine, requisiti di capacita' organizzativa e finanziaria: l'impresa dovra' disporre delle attrezzature e delle risorse economiche adeguate per svolgere l'attivita'.
Quando poi la legge andra' a regime, per poter aprire un'azienda edile i nuovi imprenditori dovranno possedere i seguenti requisiti:-
Requisiti di idoneita' professionale - Bisognera' frequentare corsi di formazione e istruzione professionale di durata variabile fino a 3 anni a seconda della complessita' dell'attivita' imprenditoriale, integrati da periodi di esperienza lavorativa e professionale in aziende abilitate, da integrare in base ai principi di alternanza fra periodi di studio e pratica sul lavoro.
- Requisiti di onorabilita': l'imprenditore non dovra' avere precedenti penali o procedimenti giudiziari in corso;
- Requisiti di capacita' organizzativa e finanziaria: l'impresa dovra' disporre delle attrezzature e delle risorse economiche adeguate per svolgere l'attivita'.
I ‘numeri' del settore Costruzioni:
Nel 2000 le imprese di costruzioni (che comprendono il settore dell'edilizia e quello dell'installazione impianti) erano 589.707, di cui 432.425 artigiane.
Nel 2007 il loro numero e' salito a 775.886, cui 578.633 artigiane.
In termini occupazionali, il settore delle costruzioni nel terzo semestre 2007 ha dato lavoro a 1.973.000 persone, che rappresentano l'8,4% di tutti i settori economici e il 28% degli occupati dell'industria.
L'incidenza degli occupati stranieri e' pari al 12,7% del totale degli occupati nelle costruzioni.
Tra il 1998 e il 2007 gli occupati nel settore delle costruzioni sono cresciuti del 32,2%, a fronte di un aumento, nello stesso periodo, del 13% degli addetti del totale economia.
A conferma del trend di crescita, nei primi tre trimestri del 2007, l'incremento dell'occupazione nel settore dell'edilizia e delle costruzioni e' pari al 3,2%.
Il valore totale della produzione in edilizia, nel 2007, e' pari a 196 miliardi di euro. L'incidenza sul Pil degli investimenti in costruzioni nei primi tre trimestri 2007 e' pari al 10,2% ed e' pari al 48% di tutti gli investimenti fissi lordi realizzati nel Paese.
Fonte: CNA
|