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sentenze e pareri: CASSAZIONE: APPALTI IN CAMBIO DI ASSUNZIONI PARENTI. Per gli amministratori locali che in cambio di assegnazione di appalti fanno assumere parenti e amici si configura il reato di corruzione.
25/03/2008

Sindaci e giunte comuali che emanano delibere per l'assegnazione di appalti di servizi pubblici ad imprese che, in contropartita, agevolano l'assunzione di propri parenti e amici commettono un reato che ha le caratteristiche della corruzione. E' quanto ha stabilito la sesta sezione penale della Cassazione annullando la sentenza di assoluzione, emessa dalla Corte d'Appello del Tribunale di Palermo nel maggio del 2006, con la quale erano stati assolti l'ex sindaco di Trapani, e due Assessori.

Nel settembre del 2000, i tre amministratori comunali, insieme ad altri componenti della giunta comunale trapanese, avevano approvato una delibera (la n° 282/2000) con la quale affidavano, senza talaltro bandire la necessaria gara d'appalto, , il servizio di gestione degli asili nido comunali alla cooperativa “Giustizia sociale” (Sic) che si era impegnata, come contraccambio, ad assumere una cugina della moglie del sindaco, la moglie di uno degli assessori (anche se priva del possesso del titolo di studio obbligatorio rilasciato dall'Istituto magistrale), fidanzate dei figli e altri conoscenti.

Secondo la sezione della Corte d'Appello di Palermo che aveva assolto sindaco e assessori, questo comportamento non avrebbe configurato il reato di corruzione in quanto non ci sarebbe stato scabio di denaro o tangenti.

Di diverso avviso e' stato, invece, il parere espresso dalla Suprema Corte la quale, accogliendo il ricorso dei magistrati della procura della Corte d'Appello di Palermo, ha ordinato un nuovo rinvio a giudizio per i tre amministratori del comune di Trapani.

«In tema di corruzione, l'atto d'ufficio, oggetto di mercimonio – spiegano i giudici della Suprema Corte – non va inteso in senso formale, in quanto deve comprendere qualsiasi comportamento che comunque violi (anche se in contrasto con specifiche norme giuridiche o con istruzioni di servizio) i doveri di fedelta', imparzialita', onesta' che devono essere osservati da chiunque eserciti una pubblica funzione».

La sentenza della Cassazione mette in fibrillazione un bel po' di amministratori siciliani, messi sotto inchiesta dalle varie procure della Repubblica dell'Isola, proprio in virtu' dell'approccio nepotistico nella gestione della cosa pubblica.

I pubblici ministeri del tribunale di Palermo, ad esempio, stanno indagando sulla modalita' di assunzione adottate da un consorzio per la raccolta dei rifiuti formato da 22 comuni dell'hinterland palermitano.

La “ Coinres”, questo il nome della societa' consortile, avrebbe assunto infatti diversi parenti di amministratori locali affidandosi a una societa' esterna.

Nel mirino dei magistrati della procura del capoluogo siciliano, sono finiti il sindaco del comune di Borgetto e due suoi familiari, il vicesindaco, un assessore e cinque funzionari. Il reato ipotizzato e' quello di abuso d'ufficio. Il sindaco avrebbe favorito l'assunzione di una sua cugina come dirigente dell'area economico finanziaria del comune.

Le cose non vanno sicuramente meglio anche per quanto riguarda il sindaco del comune di Carini e altre sette persone, tra le quali gli assessori al Personale e al Turismo.
Secondo sempre la Procura di Palermo, che ha iscritto i suddetti amministratori nel registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio, avrebbero beneficiato dell'assunzioni una cugina del sindaco, la nipote di un consigliere comunale e la cognata di un assessore.

Nelle indagini della magistratura palermitana e' finito anche un presunto caso di parentopoli verificatosi nel comune di Terrasini.

A finire sotto inchiesta il sindaco e due assessori accusati di abuso d'ufficio. Secondo l'accusa, i tre avrebbero facilitato l'assunzione di familiari di amministratori e consiglieri comunali.
Alla luce della sentenza della Suprema Corte, pero', i soggetti finiti sotto inchiesta non dovranno piu' rispondere del reato di abuso d'ufficio bensi' di corruzione.
Toni Baldi 

fonte: liberoreporter.it

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