In teoria doveva dirigere i controlli sulla sicurezza dei lavoratori nelle
aziende, ma in realta' prendeva mazzette dagli imprenditori, e
proprio per vanificare quei controlli. Alfonso Filosa, direttore
dell'Ispettorato del lavoro di Piacenza e Mantova, e' stato arrestato in
flagrante dai carabinieri di Piacenza con l'accusa di corruzione, subito dopo
l'ultimo pagamento: aveva appena intascato un assegno da 1.500 euro
dall'amministratore di una ditta di facchinaggio, Gerardo Mainardi, una scena
ripresa dalle telecamere piazzate dagli investigatori nell'ufficio del
funzionario.
Le indagini, condotte dal pm Antonio Colonna, hanno appurato che il denaro
era solo un anticipo della mazzetta concordata, 5mila euro, somma con cui il
direttore dell'ispettorato avrebbe dovuto ammorbidire gli effetti di una
verifica ispettiva compiuta dai carabinieri. Soldi che a loro volta farebbero
parte di una super-mazzetta da 30mila euro, il frutto complessivo della lunga
relazione d'affari instaurata fra il direttore dell'ufficio e
l'amministratore per rendere inutili i controlli delle forze dell'ordine
nella sua azienda.
Ma non e' tutto, perche' Filosa avrebbe messo in piedi una sorta di attivita'
parallela grazie alla quale riscuoteva soldi da diversi imprenditori del
piacentino, in cambio di informazioni sull'attivita' dell'ufficio che
dirigeva. Una quindicina le ditte coinvolte, anche se il sospetto e' che il giro
di corruzione possa essere molto piu' esteso.
Complessivamente, finora sarebbe stato accertato un importo di 50mila euro
fra denaro contante, assegni e regali, a cui vanno aggiunti i viaggi e le
crociere che sarebbero stati pagati al funzionario. Filosa, alle cui dipendenze
agiva un nucleo dei carabinieri, stando alle accuse avvertiva i titolari delle
imprese dei controlli che stavano per interessare le loro attivita', in modo che
all'arrivo dei militari risultasse tutto in ordine.
Gli accertamenti cosi' non davano risultati, ma il comportamento del
direttore alcuni mesi fa ha finito per insospettire gli uomini del nucleo che
lavoravano con lui: in seguito alla scoperta di irregolarita' contributive,
i carabinieri hanno cominciato a indagare su di lui, intercettando anche decine
di telefonate, fino all'episodio del 24 giugno, quando le telecamere nascoste
nell'ufficio del funzionario hanno immortalato il passaggio di mano
dell'assegno. Era stato emesso da una terza persona, per evitare che si
risalisse direttamente a loro.
L'imprenditore e' stato fermato dai militari all'uscita dall'ufficio
e accompagnato in caserma, dove avrebbe raccontato tutto. Altri avvisi di
garanzia sono attesi nei prossimi giorni.
Fonte: La
stampa
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