CASERTA - L'assunzione di parenti, la concessione di appalti, di lavori per il Comune, contributi economici. Gli esponenti della camorra di Maddaloni sono arrivati a convocare il primo cittadino, un consigliere e un assessore li hanno minacciati e hanno chiesto loro non solo l'assunzione di loro parenti, ma anche l'erogazione di contributi e infine anche informazioni sugli appalti pubblici assegnati e le concessioni relative a grandi opere deliberati.
Tutto questo e' accaduto a Maddaloni dove sono finiti in manette 5 personaggi legati ai clan della camorra, con legami sia con i Belforte di Marcianise che con esponenti dei clan dei casalesi. Nel mirino della banda che fa capo a Vincenzo
Ferraro, soprannominato «sartana», i lavori per la realizzazione dell'Interporto, ma anche le attivita' economiche della zona.
Proprio per la virulenza dell'attivita' della banda che non aveva fermato le proprie attivita' nonostante 45 arresti
effettuati dalle forze dell'ordine tra il 2006 e il 2009, i carabinieri coordinati dai magistrati della Dda hanno potuto accertare che i personaggi arrestati avevano l'impudenza di
convocare le vittime in un'associazione di volontariato e di pretendere che gli esponenti delle istituzioni
dessero loro ascolto durante una riunione del consiglio comunale.
Sono stati questi episodi, con il relativo allarme che hanno creato nella popolazione, a spingere all'emissione di
un provvedimento di urgenza che e' stato eseguito dai carabinieri di Caserta.
Fonte: CorrieredelMezzogiorno.it
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