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PRESTITI ALLE IMPRESE: L'ABI (Associazione Bancaria Italiana) CONFERMA IL CALO. Giu' dello 0.2 %.
20/11/2009

Gli indicatori che anticipano il ciclo dell`economia sono in rosa ma, intanto, il peso della crisi presente si e` tradotto in una flessione dei finanziamenti alle imprese. A settembre infatti i prestiti alle aziende, secondo il rapporto mensile dell`Abi presentato ieri alla riunione dell`esecutivo che si e` tenuta a Milano, hanno segnato un calo dello 0,2% sullo stesso periodo 2008.


E` la prima volta dopo molti anni di crescita ininterrotta che il flusso dei finanziamenti anziche` espandersi su base annua si restringe. 


Ancora in agosto gli impieghi erano aumentati, secondo i calcoli dell`Abi, dello 0,9 per cento. La crescita a settembre 2008 era stata del 10,8%. Le prime stime sugli impieghi di ottobre evidenziano uno stallo degli impieghi complessivi, cresciuti solo dello 0,3% e in frenata rispetto al +1,3% di settembre.


Ma questa dinamica e` il frutto di una domanda di credito molto esangue, oppure e` il risultato di un insidioso effetto di stretta sull`offerta di credito, che contribuisce a impedire l`avvio della ripresa? Un`analisi sul credit crunch in Europa e in Italia realizzata dal Centro studi Confindustria sceglie la seconda ipotesi e spiega che tanto nel Continente quanto in Italia «si e` verificato un irrigidimento delle condizioni di accesso al credito che ha preceduto la contrazione della domanda di credito, come e` evidente da molti indicatori ex ante, indicando quindi la presenza di un credit crunch». 



La nota cita altri numeri sulla dinamica dei prestiti alle imprese, in base ai quali, dal picco delle erogazioni creditizie al settembre del 2009 i prestiti a societa` non finanziarie hanno subito una flessione del 2,3% nell`Eurozona e dello 0,7% in Italia. Mostra inoltre che, se si tiene conto di un arco temporale piu` lungo, la forza della frenata creditizia verificatasi nell`ultimo anno e` evidente: «In Italia nel periodo 1999-2007 l`offerta di credito bancario e` salita dell`8,9% all`anno in media, mentre il Pil nominale del 3,9%. Nel 2008 e soprattutto nel 2009 il credito ha decelerato molto piu` fortemente del Pil nominale». 



«Nel 2009 - aggiunge il CsC -la riduzione del tasso di crescita annuo rispetto a quello del 2008 e` stata di 5,6 punti percentuali per i prestiti, di 4,4 punti per il Pil. E rispetto a quello del 2007, la riduzione del tasso di crescita annuo nel 2009 e` di 9 punti per i prestiti, di 6,6 punti per il Pil». Non basta: il CsC ricostruisce con cura tutti i segnali evidenziati alle indagini qualitative sulla dinamica dei prestiti vista da chi quei prestiti li richiede: dai dati Markit con le risposte dei purchasing manager, ai dati Bce e Unione europea, alle analisi Isae. Tutte le inchieste sottolineano che si e` verificato un irrigidimento delle condizioni di offerta del credito. 



Infine, la nota di viale dell`Astronomia ricorda che il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha ammonito: «E` probabile che nei prossimi mesi ci sia un ulteriore indebolimento dei flussi di credito alle imprese, proprio nel momento in cui dovrebbero essere sostenute per favorire la ripresa dell`attivita` economica». 



Un`analisi e una preoccupazione che e` echeggiata spesso anche nelle parole del governatore Mario Draghi, il quale ha osservato che «bisogna saper fare i banchieri anche quando le cose vanno male». Ma Draghi ha anche sollecitato il Governo, proprio allo scopo di non far mancare il credito all`economia in una fase congiunturale cosi` delicata, a rimuovere al piu` presto gli attuali ostacoli fiscali all`espansione del credito.



Si tratta di un paio di misure decisamente pro-cicliche (nel senso che hanno contribuito a peggiorare la situazione dei bilanci bancari proprio mentre si stava profilando la crisi economica) varate a giugno del 2008 e cioe` l`attenuazione della deducibilita` degli interessi passivi per le aziende di credito e l`abbassamento del tetto sulla deducibilita` delle perdite sui crediti allo 0,3% del totale degli impieghi (con una diluizione fino a 18 anni dei rimborso fiscale). E` un tema del quale i banchieri, alle prese con sofferenze creditizie aumentate in un anno del 25,4% e pari in settembre a 55 miliardi, hanno a lungo discusso nell`esecutivo di ieri, anche perche` il Tesoro avrebbe manifestato la disponibilita` a revocare o ad attenuare le attuali disposizioni. 



«Speriamo si elimini, almeno parzialmente, questo elemento - ha commentato, tra gli altri, il consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera - che e` una fortissima penalizzazione delle banche italiane rispetto alle banche di quasi tutto il mondo».

 

 

Fonte: Ance.it

 


 
 
 
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