Primo si' del Cdm per il decreto legislativo che riforma le liti negli appalti di lavori, servizi e forniture. Lo stop agli arbitrati era venuto nella passata legislatura dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.
Con questo provvedimento, invece, il Consiglio dei ministri, ripristina la norma. L'incentivazione dell'accordo bonario e la razionalizzazione dell'arbitrato,
con tempi certi e piu' rapidi e una riduzione dei costi di giudizio sono alcuni degli obiettivi dello schema di decreto legislativo sul miglioramento dell'efficacia delle procedure di ricorso in materia d'aggiudicazione degli appalti pubblici, approvato oggi dal Consiglio dei ministri.
Ora il testo sara' trasmesso al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari per il parere.
La precedente disposizione prevedeva il divieto di ricorrere ai giudici privati per le liti negli appalti. Era stato inserito il divieto per le amministrazioni pubbliche e le spa miste a prevalente capitale pubblico di inserire nei contratti di appalto di lavori, servizi e forniture le clausole compromissorie, ovvero
i meccanismi di attivazione degli arbitrati.
Il nuovo schema di decreto legislativo fa espresso divieto di aumentare i tetti massimi degli
onorari, che saranno individuati entro giugno 2010 dal ministro delle Infrastruture Altero Matteoli. Per le liti legate al contratto, magistrati e avvocati, prima ancora dell'arbitrato, saranno chiamati
all'accordo bonario, obbligatorio prima di avviare un arbitrato o un ricorso al Tar.
Ad avviare la procedura sara' un mediatore unico, ruolo spettante a magistrati, amministrativi e contabili, avvocati di Stato, esperti del Consiglio superiore dei lavori pubblici, dirigenti statali di prima
fascia. Tutti pero' incasseranno un compenso ridotto fino a un terzo delle tariffe degli arbitri.
Fonte: sole24ore.com
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