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CANTIERE ANTIMAFIA PER IL PONTE. Sicurezza e prevenzione contro le infiltrazioni della criminalita' organizzata.
07/01/2010

C'e' un secondo cantiere che sta per essere avviato a cavallo tra Reggio Calabria e Messina. Ed e' il cantiere della sicurezza e della prevenzione contro le infiltrazioni della criminalita' organizzata ma non solo.



 All'ombra del Ponte sullo Stretto, e' un fiorire di interessi e la possibilita' che la criminalita' organizzata possa allungare le mani e' sempre dietro l'angolo.



Un tema che e' molto chiaro alle rispettive prefetture delle due citta' che si affacciano sullo Stretto: quella di Messina guidata da Francesco Alecci e quella di Reggio Calabria al cui vertice c'e' Francesco Musolino.


Intanto c'e' da capire a chi siano intestati i terreni su cui sorgera' l'opera e dunque interessati dai futuri espropri e soprattutto quali interessi vi siano per le aree circostanti.


Il lavoro non riparte da zero poiche' gia' cinque anni fa (nel dicembre del 2004) era stato ultimato il monitoraggio «sui tentativi di infiltrazione della criminalita' organizzata» nelle attivita' connesse alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.


Un monitoraggio durato poco piu' di due anni che aveva consentito di passare al setaccio 3.827 imprese sul fronte siciliano e 2.500 aziende sul fronte calabrese dell'opera. Il risultato di questo lavoro, cui aveva lavorato un nucleo di investigatori e specialisti e' contenuto il sei relazioni, migliaia di visure catastali, una banca dati che incamera notizie e numeri.


Tutte carte che a suo tempo, attraverso la procura antimafia di Messina allora diretta da Luigi Croce, furono mandate all'allora procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna.



Da li', ovviamente, intende partire oggi chi ha la responsabilita' di capire quali possano essere eventuali interessi criminali. Del resto al tema della prevenzione il governo ha dedicato parecchie energie.


Un ruolo chiave spetta di sicuro al Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza nelle grandi opere gia' investito di questo ruolo nel 2005: ai primi di agosto di quell'anno e' stato firmato al Viminale, dove il coordinamento ha sede, il protocollo tra il coordinatore del comitato, il prefetto Bruno Frattasi, e l'amministratore delegato della Societa' Ponte sullo stretto Pietro Ciucci.


Quel protocollo stabiliva, tra le altre cose, che fossero monitorate (anche grazie alla collaborazione dell'Ufficio italiano cambi che oggi si chiama Unita' di informazione finanziaria e opera sempre all'interno della banca d'Italia) sia le risorse destinate al finanziamento dell'opera che il successivo rimborso, sia i pagamenti eseguiti a favore del contraente generale, degli affidatari, dei sub-affidatari interessati alla realizzazione del ponte, in m odo da consentire la tracciabilita' dei movimenti finanziari.


Quel protocollo stabiliva cosi' l'attivazione di un apposito flusso informativo tra la concessionaria Stretto di Messina, il contraente generale, gli affidatari e i sub-affidatari e la direzione investigativa antimafia cui era dunque affidato il compito di analisi e investigazione finanziaria. Da li', in parallelo alle opere sul territorio, riparte anche il cantiere dell'antimafia.

 

 

Fonte: ilsole24ore

 


 
 
 
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