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Dalle Regioni: VENEZIA : IMPRESE CONTRO I COMUNI «Avanziamo 400 milioni»
20/04/2010 |
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Alcuni sindaci vogliono consegnare la fascia tricolore ai prefetti,
altri promettono azioni eclatanti e altri ancora si limitano a proporre di
trattare con il governo per attuare il federalismo fiscale.
«Poco importa quale sia la soluzione. A noi basta che se ne trovi una perche'
a pagare per il patto di stabilita' sono in primo luogo le ditte
che hanno vinto gli appalti pubblici e che da mesi attendono di essere pagate ».
A parlare questa volta non e' un primo cittadino di un Comune strozzato dai
parametri di bilancio imposti dal ministero del Tesoro, ma il direttore
dell'ente di consulenza finanziaria di Confartigianato Mauro Vignadel.
E secondo i dati presentati della Cofidiv, allo stato attuale,
le ditte d'appalto del veneziano stanno aspettando di incassare piu' di
quattrocento milioni di euro (in Veneto si supera abbondantemente il miliardo)
ormai bloccati da quasi un anno. «La situazione finanziaria degli
artigiani e' molto preoccupante—continua Vignadel—in tutto il paese sono
bloccati quasi settanta miliardi di euro.
Soldi che se venissero erogati farebbero ripartire l'economia
nel momento di bisogno e permetterebbero di lasciare alle spalle la crisi».
Le banche infatti non forniscono piu' crediti alle ditte esposte
per oltre la meta' del loro fatturato, di conseguenza le imprese non possono piu'
anticipare i fondi per nuove opere e spesso sono costrette a rinunciare ai nuovi
appalti. «E' un serpente che si morde la coda — aggiunge
Vignadel —.
Le ditte hanno anticipato gli investimenti e adesso si trovano
in situazioni di esposizione molto elevate, fattore che va a peggiorare ancora
di piu' il loro rapporto con gli istituti bancari e il loro saldo di cassa».
Non solo. Le lungaggini nei pagamenti, da sempre problema delle
amministrazioni locali, ormai sono tali che le aziende straniere, quelle ad alta
tecnologia che operavano nel veneziano attraverso le imprese locali, si sono
ritirate dal mercato.
E' il caso di alcune imprese (soprattutto tedesche) specializzate in tecniche
edilizie a minor impatto ambientale che hanno deciso di rivolgersi ad
altri committenti e di aziende venete che hanno deciso di operare al di
fuori dei confini nazionali.
Si tratta infatti spesso di lavori che richiedono alti investimenti nel
campo della ricerca e che lasciano scoperte le ditte da un punto di
vista finanziario impedendo loro, una volta creato il prodotto, di produrlo in
serie. In pratica con il blocco dei pagamenti dovuto al patto
di stabilita' il Veneto rischia di perderci anche in innovazione tecnologica.
D'altro canto questa situazione di stallo si riflettera' non solo sul mercato del
lavoro per le professioni piu' specializzate, ma anche sui conti comunali
dell'anno prossimo: le aziende piu' grandi calcolano negli appalti anche
le perdite dovute ai tassi di interesse dei mutui bancari. Anche se
Veneto Sviluppo copre il 50 per cento dell'interesse, i prezzi sono
cresciuti.
«Il ritardo nei pagamenti gravera' sui bilanci comunali degli
anni a venire—aggiunge Vignadel — le aziende nel fare il prezzo finale tengono
presenti i costi degli interessi dovuti alla lunga esposizione finanziaria.
A perderci saranno soprattutto i subappaltatori che continuano
a lavorare con la logica del maggior ribasso e il contribuente ».
Fonte:
CorrieredelVeneto.it
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