Ritardi nei pagamenti, l'Europa stringe i tempi
Termine massimo tassativo di 30 giorni per il pagamento di beni o servizi
erogati dalle piccole e medie imprese a favore di enti pubblici o aziende
private; tetto inderogabile di 60 giorni per i pagamenti a carico della Pubblica
Amministrazione, a meno di circostanze eccezionali che dovranno essere
dettagliatamente documentate; penale dell'8% ad integrazione del tasso di
interesse imposto dalla Bce per i ritardi di pagamento della Pubblica
Amministrazione che superano i 60 giorni.
Queste le novita' introdotte dal testo della Direttiva contro i ritardi
di pagamento concordata tra Parlamento, Commissione e Consiglio europei e che
approdera' in aula a Strasburgo nella seduta del prossimo 18 ottobre. Il
provvedimento e' il risultato di una lunga trattativa che inasprisce le norme in
materia stabilite da un precedente versione dello stesso provvedimento e
uniforma i termini legislativi in vigore nei vari Paesi dell'Unione.
La Direttiva fissa inoltre in 30 giorni il periodo massimo per la verifica di
congruita' dei prodotti o dei servizi alle clausole fissate dal contratto di
vendita. Questo termine potra' essere esteso esclusivamente sulla base di un
accordo tra impresa ed Ente e solo se cio' non risulti iniquo per il creditore.
Parlamento e Consiglio europei hanno inoltre stabilito in 40 euro la somma
fissa da versare a titolo di compensazione per i costi di recupero del
credito.
Particolare apprezzamento per il risultato ottenuto e' stato espresso da Barbara
Weiler, relatore del provvedimento e coordinatore del negoziato. “Il Parlamento
– ha commentato la Weiler – ha tracciato regole precise a tutto vantaggio
delle piccole e medie imprese, consentendo a queste ultime di affrancarsi dal
ruolo, gravoso e improprio, di “finanziatori” per gli enti pubblici e le grandi
imprese”. La Direttiva potrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
dell'Unione Europea gia' a partire dal prossimo dicembre
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