I costruttori: servono certezze sui tempi di spesa
I fondi Fas e comunitari in corso di riprogrammazione vanno destinati a
opere, grandi e piccole, immediatamente cantierabili. L`Ance, Associazione
nazionale dei costruttori edili, conferma il proprio sostegno al piano sud cui
sta lavorando il ministro delle regioni, Raffaele Fitto, ma al tempo stesso
aggiorna la propria posizione e chiede qualche paletto in piu` per evitare che
l`operazione in corso produca effetti soltanto in tempi lunghi e lunghissimi,
paralizzando nel frattempo ogni investimento. Con un position paper presentato
mercoledi` scorso in Confindustria, alla presenza del ministro Fitto, Angelo De
Cesare, presidente del comitato Mezzogiorno dell`Ance, e Salvatore Matarrese
hanno chiarito quali siano le preoccupazioni dei costruttori.
Anzitutto c`e` il rischio di un ulteriore slittamento della spesa,
senza tacere che il Governo blocca comunque da piu` di 18 mesi il trasferimento
dei 14,1 miliardi di fondi Fas destinati ai piani regionali. A questi vanno
aggiunti 16,5 miliardi di fondi strutturali per arrivare alla stima di 30,6
miliardi da riprogrammare. «Occorre garantire un rapido riutilizzo dei fondi
stanziati e una tempestiva realizzazione delle opere previste», dice
l`Associazione guidata da Paolo Buzzetti. Per questo occorre destinare le
risorse a opere immediatamente cantierabili: questa e` la seconda preoccupazione
dell`Ance, che vuole evitare una riprogrammazione tout court e da zero.
C`e` un terzo paletto che entra piu` nel merito della riprogrammazione ed e`
forse quello su cui puo` crearsi una distanza con le priorita` fissate dal
Governo: occorre privilegiare assolutamente le scelte infrastrutturali nel
definire l`ordine degli interventi da finanziare e non soltanto le grandi opere.
«Destinare queste risorse a finalita` non infrastrutturali - dice il documento -
rischia di far venir meno il finanziamento di tante piccole e medie opere
infrastrutturali diffuse nel territorio, immediatamente cantierabili e
necessarie a garantire la qualita` della vita dei cittadini». Non bisogna
escludere quindi raccordi, bretelle stradali, scuole, edilizia sanitaria, linee
locali delle ferrovie perche` le comunita` vivono anche di queste piccole
infrastrutture.
Tanto piu` questa esclusione sarebbe grave perche` «i fondi strutturali e i
Fas rappresentano in molte Regioni, soprattutto nel Mezzogiorno ma anche al
Centro-Nord, gli unici fondi che gli enti locali possono investire in
infrastrutture nel 2011 e negli anni successivi». L`Ance stima infatti una
caduta del 20%, delle risorse stanziate negli ultimi tre anni per gli
investimenti sul territorio.
Fitto non e` preoccupato dei rilievi dei costruttori, convinto anzi che
ci sia una sostanziale convergenza: il 15 marzo sara` ospite dell`Associazione
per sviluppare il dialogo sulle iniziative del Governo. Ribadisce, pero`, che
la priorita` per l`assegnazione dei fondi andra` alle grandi infrastrutture
strategiche.
«E` fondamentale - dice - superare la polverizzazione delle risorse che in
questi anni ha prodotto anche incapacita` di spesa. Non chiudiamo la porta alle
piccole opere, che sono necessarie anche la` dove si realizzano le
infrastrutture strategiche, ma e` alle grandi opere nazionali dell`Anas e delle
Fs che noi pensiamo prioritariamente per accelerare la spesa».
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