In seguito al grave terremoto che ha devastato il Giappone con le drammatiche
conseguenze sulle centrali nucleari in funzione nel paese nipponico, la
comunita' internazionale si e' presa una pausa di riflessione sulla sicurezza
connessa alle modalit? di funzionamento delle centrali nucleari.
In linea con le decisioni dell'Unione europea che procedera' quanto prima ad
effettuare delle verifiche sugli impianti in funzione in Europa, anche il nostro
Paese ha voluto prendere una pausa di riflessione sull'energia nucleare.
Dalla moratoria alla nuova strategia sul nucleare
Nel Consiglio dei ministri del 23 marzo scorso e' stata decisa la moratoria di
almeno un anno per il nucleare. La decisione e' stata formalizzata nel
decreto legge n.34/2011.
Il nucleare era stato reintrodotto nel nostro Paese con la legge delega 99/2009.
Contestualmente alla moratoria e' stato approvato in via definitiva nello stesso
Consiglio dei ministri un decreto legislativo recante modifiche al decreto
attuativo sul nucleare (n.31 del 15 febbraio 2010).
Successivamente "al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante
il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla
sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e
delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea" il Governo ha
deciso di non procedere "alla definizione e attuazione del programma di
localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti
di produzione di energia elettrica nucleare" operando la cancellazione di
tutte le norme relative alla realizzazione e costruzione di nuove centrali
nucleari.
La decisione di abrogare tutte le norme sulla realizzazione e costruzione di
nuove centrali nucleari in Italia e' stata presa dal governo il 19 aprile scorso
ed e' contenuta in un emendamento presentato al Senato nel corso dell'esame per
la conversione del Decreto Legge n.34/2011.
Nello specifico, con l'emendamento vengono abrogate le norme relative al
nucleare contenute nel decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008; nella legge n. 99 del 2009; nel
decreto legislativo n. 104 del 2010; nel decreto legislativo n. 31 del 2010 e
nel decreto legislativo n. 41 del 2011.
L'emendamento e' stato approvato dal Senato il 20 aprile 2011. Il Decreto
Legge - approvato dal Senato - deve ora essere esaminato dalla Camera dei
Deputati e convertito in legge entro il 30 maggio prossimo.
Con l'emendamento viene affidato al Consiglio dei Ministri la definizione di
una nuova Strategia energetica nazionale.
La Strategia terra' conto delle indicazioni stabilite dall'Ue e dai competenti
organismi internazionali e dovra' soddisfare alcune esigenze illustrate dal
ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in Senato il 20 aprile scorso:
"La prima esigenza a cui far fronte e' quella relativa alla sicurezza della
produzione di energia e alla sostenibilita' ambientale; la seconda e' quella che
fa riferimento all'idoneita' dell'approvvigionamento energetico sotto il profilo
quantitativo, all'economicita' per le famiglie e per le imprese e, al tempo
stesso, all'attenuazione delle condizioni di dipendenza dai Paesi esportatori di
petrolio e gas".
Per raggiungere queste finalita' - ha spiegato il ministro - occorre
impegnarsi per il potenziamento delle infrastrutture energetiche, per il
sostegno alle attivita' di ricerca e sviluppo e per la promozione e
valorizzazione delle filiere energetiche nazionali. Ed e' chiaro che le
attivita' di ricerca interesseranno il settore energetico nel suo complesso e
saranno finalizzate a sviluppare tutte le soluzioni che potranno favorire il
conseguimento degli obiettivi indicati.
Dalla strategia "dipendono in misura importante le prospettive di sicurezza e
benessere del Paese. Se da un lato e' compito del Governo dimostrarsi in grado di
delineare la strategia, dall'altro essa deve essere oggetto di riflessione, di
confronto e, auspicabilmente, di condivisione nelle sedi istituzionali piu'
qualificate". Per questi motivi, la strategia, prima di essere approvata
definitivamente dal Consiglio dei Ministri, sara' quindi sottoposta all'esame
della conferenza Stato-Regioni e delle competenti Commissioni parlamentari.
Redazione Internet - Rosella Rega
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