Palermo, 25 giu. - (Adnkronos) - L'offerta economicamente vantaggiosa non
e' la panacea contro il rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti di opere
pubbliche in Sicilia, anche se va riconosciuto il merito al Parlamento regionale
che, con la recente approvazione della legge di riforma sulla materia, ha
impresso una importante direzione verso la trasparenza e l'omogeneita' delle
disposizioni normative, per una sana ripresa del tessuto economico legato al
settore.
La valutazione emerge al termine della tavola rotonda su ''Gli appalti
pubblici in Sicilia'', organizzata dal Movimento europeo per la giustizia,
in collaborazione con il Consiglio dell'ordine degli avvocati. L'iniziativa si
e' svolta presso l'Aula magna della Corte d'Appello di Palermo. Tra i relatori
che hanno partecipato all'incontro anche Enrico Sanseverino, presidente della
sezione provinciale dell'Urega di Palermo, che ha rilevato "la necessita' di
una riduzione della soglia in materia di noli e subappalti, che andrebbero
limitati ad imprese e per lavori di alta specializzazione''.
Alcune criticita' procedurali, soprattutto in materia di applicazione della
legge e dei bandi sono state sollevate dallo stesso Sanseverino che ha auspicato
"l'emanazione di circolari applicative della legge di riforma". A concludere
l'incontro e' stato l'assessore regionale alle Infrastrutture, Pier Carmelo
Russo, il quale ha ribadito che ''con la legge di riforma appena approvata si e'
centrato l'obiettivo di una maggiore omogeneita' rispetto al dispositivo
normativo nazionale, ora occorrera' lavorare con altrettanta attenzione alla sua
applicazione''.
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