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COMPETITIVITA' - Ue: ''L’Italia mostra una performance discontinua''
12/10/2012

Una performance "discontinua". E' quella che ha registrato l'Italia, secondo un rapporto della Commissione Ue, nel settore della competitivita' industriale, dove nella maggior parte degli indici presi in considerazione (17 su 26) si situa sotto la media europea. Insieme a Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Estonia, Slovenia e Lussemburgo, l'Italia ha mostrato una "performace discontinua, buona sotto alcuni criteri, ma sotto la media in altri", spiega il rapporto.


Una performance "discontinua". E' quella che ha registrato l'Italia, secondo un rapporto della Commissione Ue, nel settore della competitivita' industriale, dove nella maggior parte degli indici presi in considerazione (17 su 26) si situa sotto la media europea. Insieme a Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Estonia, Slovenia e Lussemburgo, l'Italia ha mostrato una "performace discontinua, buona sotto alcuni criteri, ma sotto la media in altri", spiega il rapporto.

E' decisamente sotto la media Ue il livello di istruzione dei lavoratori del manifatturiero e il livello tecnologico dei prodotti esportati cosi' come l'attivita' di ricerca svolta dalle imprese, mentre i prezzi energetici sono tra i piu' cari dell'Ue e sotto la media europea e' anche la qualita' delle infrastrutture. A pesare di piu' sulla competitivita' dell'industria italiana sono pero' il ritardo nei pagamenti e il quadro giuridico e normativo.

L'Italia si distingue in positivo, invece, grazie alle nuove norme, per i tempi di avvio di nuove imprese, l'utilizzo dell'e-government e la produttivita' del lavoro per persona impiegata, e "continua a registrare una delle piu' brillanti prestazioni" Ue per l'intensita' energetica nel settore industriale ed energetico.

L'Italia ha 3,8 milioni di pmi - il maggior numero in Europa e circa il doppio della Germania - ma queste sono principalmente specializzate nei settori a tecnologia bassa e medio-bassa, che hanno sofferto un declino della concorrenzialita' sin dalla fine degli anni Novanta, rileva il rapporto Ue. "La stagnazione della produttivita' e' la causa principale della perdita di concorrenzialita' sul terreno dei costi, accusata dall'Italia dopo l'adozione dell'euro", spiega il documento. L'Italia conferma infatti la sua collocazione tra i paesi a innovazione "moderata", con "prestazioni inferiori alla media Ue": "bassi" sono gli investimenti in ricerca e sviluppo, in capitali di rischio e le richieste di brevetti. Inoltre "l'accesso ai finanziamenti costituisce una grave preoccupazione", si legge nel rapporto, in cui si sottolinea che "durante lo scorso anno la situazione e' anzi peggiorata", e costituiscono ugualmente un "gravissimo problema" i ritardi nei pagamenti. Nel settore dei servizi si aggiunge una "normativa complessa e soffocante" con una "insufficiente apertura alla concorrenza" nonostante i "progressi" compiuti negli anni recenti, a cui si aggiungono le prestazioni "assai inferiori" alla media Ue della pubblica amministrazione e della giustizia e un sistema fiscale "estremamente oneroso" per le imprese. Nota positiva, i provvedimenti adottati dall'attuale governo per agevolare la nascita di nuove imprese, aprire alla concorrenza e migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione.

http://www.cna.it

 


 
 
 
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