Per tornare a crescita e occupazione bisogna rilanciare l'imprenditorialita' e facilitarne le condizioni di sviluppo. E' la "rivoluzione culturale", come l'ha definita il vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, che l'Ue ha avviato lanciando la prima strategia europea per l'imprenditorialita'. Secondo Eurobarometro, con la crisi sono calati dal 45% al 37% gli europei disposti a fare impresa.
Per tornare a crescita e occupazione bisogna rilanciare l'imprenditorialita' e facilitarne le condizioni di sviluppo. E' la "rivoluzione culturale", come l'ha definita il vice presidente della Commissione Ue Antonio Tajani, che l'Ue ha avviato lanciando la prima strategia europea per l'imprenditorialita'. Secondo Eurobarometro, con la crisi sono calati dal 45% al 37% gli europei disposti a fare impresa: "Vogliamo renderla una prospettiva attraente e accessibile", ha detto Tajani.
Tre le aree su cui si concentra il piano Ue, ha illustrato Tajani: "educazione e formazione, facilitare la vita degli imprenditori, e stimolare la nascita di nuove imprese". Sin dalla scuola devono esserci ore di studio dedicate all'imprenditorialita' e la possibilita' di fare stage nelle imprese, perche' nei paesi dove questo gia' avviene il 15-20% degli studenti fonda poi una propria impresa. Ma soprattutto si tratta di creare un ambiente fiscale e legale favorevole alla nascita e alla crescita di aziende.
Bruxelles chiede che entro il 2015 ci voglia massimo un mese per ricevere tutte le autorizzazioni necessarie, mentre spingera' sugli stati membri perche' venga accelerato il raggiungimento dell'obiettivo di creare un'impresa in tre giorni con massimo 100 euro di spesa, contro gli attuali 6,5 giorni per 397 euro. Dovranno inoltre essere agevolati i trasferimenti delle imprese e il ricorso alle nuove tecnologie, creato un sistema di tutoraggio per le giovani imprese in modo da evitarne la mortalita' precoce e dare una seconda opportunita' a chi invece fallisce. Un'attenzione particolare sara' poi dedicata a giovani, donne (appena il 34,4% imprenditrici), anziani e migranti.
"Lo stato non deve essere protagonista ma il cittadino imprenditore", ha spiegato il commissario Ue, ricordando che le pmi rappresentano la principale fonte di nuova occupazione in Europa con 4 milioni di nuovi posti di lavoro ogni anno.
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