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LAVORATORI IN NERO, pochi giorni per regolarizzarli a prezzi scontati ed evitare multe pesanti.
27/09/2007

Scade il 1° ottobre il termine entro il quale i datori di lavoro possono regolarizzare i lavoratori in nero, versando solo due terzi dei contributi evasi all'Inps e dei premi non pagati all'Inail, ed evitando sanzioni e multe. Il versamento dei contributi iniziera' dal successivo giorno 16. Da questa possibilita', offerta dalla Finanziaria 2007, il governo - anche se i risultati finora conseguiti sono in realta' scarsi - si attende molto: una forte emersione del lavoro sommerso, una emersione dei tanti lavoratori “fantasmi” che non risultano da alcuna scrittura o da altra documentazione obbligatoria. Ulteriori informazioni, ovviamente, si possono chiedere ad Inps e Inail.

Anche colf e badanti. Questa opportunita' - riconosciuta per i periodi "in nero" fino a un massimo di cinque anni addietro - e' rivolta a qualsiasi soggetto che rivesta la qualifica di datore di lavoro, e quindi vale anche nell'ambito della famiglia per quanto riguarda colf e badanti, di qualunque nazionalita'. Come contraltare del beneficio, la legge vuole che la persona sia assunta con tutte le regole per almeno due anni, anche se a part-time o a tempo determinato.

Il percorso. C'e' un percorso prestabilito per giungere al risultato finale. Dapprima ci deve essere un accordo sindacale a livello aziendale o territoriale, poi un atto di conciliazione con ogni singolo lavoratore firmato presso gli uffici del lavoro e con la sottoscrizione del contratto di lavoro subordinato. Alla fine di cio' si presenta all'Inps la domanda di emersione, allegando vari documenti.

Annullati i reati. Cosa viene offerto al datore di lavoro? Primo: si cancella il concetto di reato e si spazzano via tutte le sanzioni di natura penale, amministrativa e civile legate all'illecita costituzione del lavoro e al mancato versamento dei contributi. Secondo: niente ispezioni per un anno sulle materie regolarizzate (ma la guarentigia non e' riconosciuta per problemi legati alla salute e alla sicurezza del lavoro). Terzo: si pagano meno contributi e premi, senza interessi o somme aggiuntive.

Quanto si paga. Si pagano i due terzi dei contributi che il datore di lavoro deve all'Inps e all'Inail, mentre il lavoratore non deve versare la quota a suo carico. Si puo' pagare la somma in unica soluzione entro il 16 ottobre, oppure si puo' scegliere la soluzione rateale. In questo secondo caso si paga entro il 16 ottobre il quinto della somma totale (che, come detto, e' 2/3 di quella realmente evasa) e poi, entro il giorno 16 dei mesi successivi, una rata mensile per la durata di 60 mesi (cinque anni).

Versamento aggiuntivo. C'e' un ulteriore versamento che viene chiesto a chi paga a rate, ma solo come caparra a “garanzia”, per cui la somma viene restituita se tutto va a posto e il rapporto di lavoro subordinato, ormai costituito alla luce del sole, rispettera' tutte le norme di legge. Questo pagamento addizionale e' pari alla meta' di quanto si versa all'atto della domanda all'Inps, e quindi e' un sesto della somma. La meta' di essa verra' restituita dopo i primi 12 mesi, l'altra meta' dopo il secondo anno.

Scattano le sanzioni. Attenzione, pero': chi durante i cinque anni saltasse il pagamento anche di una sola rata, come nel “gioco dell'oca” tornerebbe alla casella di partenza e perderebbe il beneficio. I contributi e i premi verranno richiesti per intero, con la “scoppola” finale di tutta la filiera delle sanzioni.

di Bruno Benelli

fonte: il messaggero

 


 
 
 
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