Rivedere la norma della Finanziaria che abolisce l'arbitrato negli appalti. E' quanto l'Authority chiede a governo e Parlamento, proponendo il ripristino di un arbitrato interamente gestito dalla Camera arbitrale, cui spetterebbero scelta del 3° arbitro e definizione dei compensi
Authority, alla Camera arbitrale i giudizi sugli appalti
L`Authority: tutti i giudizi alla Camera arbitrale
L`Autorita` per la vigilanza sui contratti pubblici chiede a Governo e Parlamento un passo indietro sulla cancellazione degli arbitrati negli appalti di lavori, servizi e forniture. E offre una soluzione alternativa: il ritorno di tutti i giudizi privati sotto la gestione e la sorveglianza della Camera arbitrale, l`istituto che ha sede presso l`Autorita` stessa.
Sugli arbitrati ieri l`Authority presieduta da Luigi Giampaolino ha depositato un atto di segnalazione a Governo e Parlamento.
L`occasione per pronunciarsi e` data dalla norma della Finanziaria, fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro che spazza via gli arbitrati negli appalti e affida tutto il contenzioso alla giustizia ordinaria. Una soluzione che - scrive l`Autorita` - «genera forti perplessita` in merito alla sostenibilita` da parte del mercato, a causa della eccessiva lunghezza dei tempi della giustizia».
Allo stesso tempo pero` l`Authority ammette che occorre uscire dalla situazione critica che si e` venuta a creare soprattutto da quando nel 2003 il Consiglio di Stato ha ridato spazio all`arbitrato libero, ovvero
quello in cui le parti scelgono tutti gli arbitri e questi a loro volta si autoliquidano i compensi.
Da quella data i giudizi «liberalizzati» si sono, impennati: nel 2007 fino a oggi i lodi amministrati dalla Camera sono 21, contro i 110 di quelli liberi. E secondo l`Autorita` le anomalie si annidano proprio negli arbitrati liberi: «In particolare - si legge ancora nell`atto - in relazione agli eccessi di autoliquidazione dei compensi relativi ad arbitri, periti e segretari. E cio` per l`elevata discrezionalita` nel range delle tariffe applicabili in relazione alla complessita` delle questioni trattate, le specifiche competenze utilizzate e l`effettivo lavoro svolto».
E dunque la nota conclude auspicando un ritorno a un`unica forma di arbitrato, interamente gestito dalla Camera. In altre parole, dovrebbe essere la Camera che sceglie il terzo arbitro e stabilisce i compensi all`interno di un tariffario predisposto con decreto. Un sistema sperimentato solo per breve tempo (dal 2000 al 2003).
Ieri anche l`Igi (l`Istituto grandi infrastrutture) si e` schierato a favore del ritorno all`arbitrato amministrato in un convegno su questo tema. Il vicepresidente, Franco Nobili, ha voluto pero` puntualizzare alcuni dati: «I 291 milioni spesi dalle pubbliche amministrazioni negli arbitrati 2006, se rapportati a un monte appalti di 30 miliardi - ha precisato - equivalgono a una spesa modesta, pari all`uno per cento».
Valeria Uva
Il Sole 24 Ore - 30/10/2007
|