bianchiben Scrivere " Le spese generali nell'opera pubblica.
Nel progetto dell'opera pubblica la percentuale per le spese generali da aggiungere agli altri costi direttamente necessari per una lavorazione e' stabilita per legge (il famoso 15%), ed e' onore/onere dell'impresa che sara' poi aggiudicatrice dell'appalto, e quindi e' sconosciuta al momento della progettazione, sopportare tutti gli scostamenti da tale valore, sia in senso positivo (praticamente mai) che in senso negativo (praticamente sempre).
Parimenti nelle analisi dei nuovi prezzi e nelle liste in economia per eventuali nuove e/o diverse lavorazioni detto 15% e' la percentuale obbligatoriamente da adoperare, indipendentemente dall'incidenza effettiva che l'impresa esecutrice (quella, ora ben conosciuta, che si e' aggiudicata l'appalto) sostiene nella propria organizzazione produttiva.
Se e' giusto che in sede di progettazione ci sia una quantificazione forfettaria delle spese generali, potrebbe esserci motivo teorico di ragionare sul fatto che l'impresa esecutrice sia costretta a sopportare al suo interno, anche per lavorazioni nuove e diverse rispetto a quelle di contratto, spese generali in misura diversa dal 15%, che nella parte eccedente detta percentuale non sono riconosciute dalla stazione appaltante (che le spese generali siano minori del 15% e', all'atto pratico, pura fantasia, vista la chilometrica lista di spese che concorrono a formarle).
Infatti le spese generali servono anche per pagare i dipendenti della parte tecnico-amministrativa, e si potrebbe ragionare sulla differenza che sorge: mentre i dipendenti che lavorano alla produzione nel cantiere devono essere pagati a tariffa sindacale, e il progetto deve obbligatoriamente prevedere tale impegno economico, perche' pari obbligatorio impegno economico non e' previsto a favore dei dipendenti che lavorano nella parte tecnico-amministrativa dell'impresa, per lo meno per le lavorazioni aggiuntive? Naturalmente la stessa diversita' di trattamento appare riguardo ai fornitori dei beni e dei servizi non direttamente legati alla produzione.
Premesso che ho motivo di credere, e posso dimostrare, che praticamente quasi nessun imprenditore in Italia conosce nella propria impresa l'esatta incidenza delle spese generali come previste dall'art. 34 del DPR 554/99, incomprensibile appare la posizione delle organizzazioni imprenditoriali di categoria, le quali, pur estremamente sensibili ad ogni aspetto economico dell'appalto, non hanno mai (per quanto mi risulti) posto a livello governativo il problema di un congruo aumento della percentuale di legge, stabilita nel 15% decenni addietro, per adeguarla alla nuova e notevolissima quantita' di adempimenti che l'impresa si e' vista addossare negli ultimi anni.
Detto cosi' sembrerebbe proprio che gli imprenditori preferiscano continuare ad adoperare i vecchi “artifici” piuttosto che chiedere a viso aperto il giusto riconoscimento delle proprie spettanze; oppure e' solo questione di “scarsa conoscenza” della materia?
Ing. Benigno Bianchini
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