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PIANO CASA: LA LOMBARDIA ANTICIPA. Il progetto di legge: iter senza soprintendenze, edifici «rottamabili» anche nei centri storici
22/05/2009

MILANO — «Basta ritardi». La Regione Lombardia prende posizione sul piano casa. Perche' aspettare ancora «i rinvii del governo, dopo gli accordi del 30 marzo, significa destabilizzare un comparto, quello edi­le, gia' in crisi. Di piu': in ginocchio». Cosi' il Pirellone accelera. 

Anticipa l'esecutivo e pre­senta un progetto di legge anti­crisi per la Lombardia. Che in parte ricalca le linee previste dall'intesa governo-Regioni («recupero degli spazi edilizi inutilizzati» e «ampliamento degli edifici residenziali del 20 per cento»). E in parte le integra con due novita'. Primo: la sostituzione, con un possibile incremento volumetrico fino al 30 per cento, non solo di edi­fici residenziali ma anche industriali e rurali («con le opportune cautele»). 

Secondo: la possibilita' per la Regione di «autorizzare la sostituzione di edifici anche nelle aree storiche o di rilievo naturalistico-ambientale, se non compatibili con il contesto».


Che tradotto significa: scavalcare i vincoli delle soprintendenze. «Ed evitare cosi' le lentezze burocratiche delle concessioni, previo comunque assenso di un'apposita commissione tecnica», evidenzia l'assessore al Territorio e all'Urbanistica della Regione Lom­bardia, Davide Boni, leghista della vecchia guardia. «Gli interventi comunque sono sugli edifici, non sulle aree». E l'obiettivo, aggiunge, e' quello «di sfruttare il minor territorio possibile, puntando sulle massime volumetrie». 


Stesse superfici, piu' spazi abitativi e pro­duttivi. E migliori sotto il profilo energetico. Il pdl sostegno edilizio, ovvero il piano casa lombardo, il secondo presentato in Italia («il primo e' quello della Regione Toscana, ma e' meno completo e articolato del nostro») passera' mercoledi' alla discussione e all'approvazione di giunta. Poi diventera' operativo. Per un periodo di 18 mesi. 


In Lombardia il comparto edilizio rappresenta il 7,8 per cento degli impieghi del Pil regionale e conta il 7,5 per cento del totale degli occupati. Oggi e' un settore in fortissima crisi, come evidenzia anche il rapporto dell'Ance, l'Associazione dei costruttori edili: «Nel 2009, a livello previsionale, il valore degli investimenti in costruzioni in Lombardia registrera' un calo del 4,8 per cento in termini reali».


«Per questo — spiega Boni — era necessario dare un segnale forte. C'era, anzi c'e' il ri­schio che le difficolta' del settore possano indebolire l'intero tessuto socio-economico della regione». Da qui «la necessita' e l'urgenza» di un piano articolato su piu' punti: recupero degli spazi edilizi inutilizzati; ampliamento fino al 20 per cento degli edifici mono-bifamiliari con volumetria non superiori al mille metri cubi; interventi per la sostituzione di vecchi edifici non solo residenziali ma anche industriali o rurali; riqualificazione dei quartieri di edilizia abitativa pubblica anche in deroga alle previsioni quantitative dei piani urbanistici vigenti; demolizioni e ricostruzioni con materiali per il risparmio energetico. 


E i vantaggi economici? «Il provvedimento legislativo, secondo le nostre previsioni — precisa Boni —, avra' un impatto di circa 5,12 miliardi di euro. Non solo: portera' anche benefici sotto il profilo energetico nell'ambito residenziale con un risparmio complessivo di circa 14,9 milioni di euro all'anno». Un piano casa, dunque, anticrisi. «Senza piu' ritardi. Ma anche un'occasione per cambiare il volto delle citta' lombarde».


Davide Gorni
22 maggio 2009


Fonte: Corriere della sera .it


 


 
 
 
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