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Abruzzo: CROLLI E CEMENTO DEPOTENZIATO: chi controlla i controllori?. Interessante articolo da un noto sito internet.
23/10/2009

ABRUZZO. Pochi secondi di terremoto. Crollano case, uffici, palazzi nuovi. Perche'? Centinaia le ipotesi in questi mesi. E' il cemento “depotenziato”, hanno detto. Dipende dalla “duttilita'” della struttura, ribattono.

* «L'ACCIAIO E' DETERMINANTE NELLE COSTRUZIONI ANTISISMICHE»

E' la legge poco efficace, intervengono alcuni. Non ci sono controlli, gridano altri. Ma in pochi hanno parlato di chi controlla i controllori.
Non e' un problema nuovo questo per l'Italia.
Ultimamente, molte inchieste giornalistiche hanno dimostrato come il problema di fondo, alla base delle tante incompiute italiane (e perche' no anche dei disastri), sia la perfetta corrispondenza tra controllore e controllato.



Una malattia che va, mano a mano, cronicizzandosi.

Un cancro, per il quale nessuno piu' si scandalizza nel paese dei conflitti di interesse.

E' normale prassi, dicono.

E se il controllato e il controllore fossero la stessa “persona” anche nel campo delle costruzioni? Con quale stato d'animo vivremmo in una casa sapendo che chi controlla e' legato a doppio filo con il controllato (che ci ha costruito la casa)?

L'inchiesta del programma Presa Diretta (Rai3) ha mostrato come fosse facile procurarsi dei cubetti di cemento falsi da far analizzare come fosse calcestruzzo dell'edificio da costruire.

La trafila era palesemente illegale.

Ma c'e' un modo per evitare la palese violazione delle leggi?



I CONTROLLORI: «LABORATORI PRIVATI SI' MA INDIPENDENTI»

Chi fa i controlli sui famosi cubetti di cemento che si prelevano per il controllo delle strutture portanti degli edifici sono dei laboratori dotati di personale e macchinari specializzati.
Insomma il punto nodale sulla sicurezza degli edifici sembra passare peri laboratori chiamati a fare i controlli sul cemento. Cosa succede se questi laboratori sono in qualche modo legati alle ditte che devono controllare?
Le prove possono essere fatte nei laboratori dei dipartimenti universitari e in quelli privati autorizzati dal Ministero dei Lavori Pubblici.
Quest'ultimi, secondo la legge, devono rispondere a dei requisiti di indipendenza.
La legge in merito e' chiara.
«L'affidamento dell'incarico di verifica e' incompatibile con lo svolgimento per il medesimo progetto della progettazione, del coordinamento della medesima» (art. 30, comma 5, dell'allegato XXI al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163).
Numerosi sono i riferimenti normativi che impongono “indipendenza, imparzialita' ed integrita'” all'attivita' ritenuta di «pubblica utilita'» dei laboratori che effettuano le prove sui materiali da costruzione.
La circolare 14 dicembre 1999 n. 346 /STC -Legge 5 novembre 1971 n.1086 che indica i requisiti dei laboratori privati per ottenere l'autorizzazione, specifica che «il soggetto gestore del laboratorio puo' essere una ditta individuale, una societa' o un ente pubblico».
La circolare del Ministero dei Lavori Pubblici esclude dalla concessione i titolari di ditte individuali e le societa' i cui soci, i rappresentanti legali od altre figure equivalenti, siano direttamente interessati in attivita' di esecuzione di opere di ingegneria civile, nonche' in attivita' di produzione, rappresentanza, commercializzazione, messa in opera di prodotti o materiali destinati alle opere di ingegneria civile, oggetto di prove.
Ma nell'ambito della societa' si ammette la presenza, nel capitale sociale, di soggetti operanti nelle attivita' “delle costruzioni”.
Si impongono dei limiti: la quota complessiva deve essere «inferiore ad un terzo», e sopratutto «il possesso di tale quota non determini da sola od a seguito di accordi con terzi, anche soci, il controllo di fatto della societa'» (ai sensi dell'art. 2359 del Codice Civile). Qualora un costruttore avesse delle quote della societa' del laboratorio, quel laboratorio non dovra' effettuare prove riguardanti materiali dei cantieri di quel costruttore. E se non bastasse, per assicurare l'indipendenza e' prevista anche la figura del “garante”.

FATTA LA LEGGE, TROVATO L'INGANNO

E' chiaro quindi: il controllato (costruttore) non puo' essere proprietario del controllore (laboratorio). Elementare.
Ma si rispetta questo sacro santo principio?
Altrettanto elementare, in questo paese, e' cercare sempre di aggirare la legge, come se a rimetterci fossero sempre gli altri.
E se chi controllasse fosse legato a doppio filo ad un'associazione di costruttori?
Basterebbe detenere la quota maggioritaria e controllare di fatto la societa' del laboratorio.
Potrebbe succedere.
Ma come si potrebbe poi pensare che il laboratorio ed il suo personale restino liberi «da qualsiasi pressione commerciale, finanziaria o di altro genere che possa influenzare la conduzione delle prove»?
Come si potrebbe pensare che venga evitata «qualsiasi influenza sui risultati degli esami e delle prove da parte di persone od organismi esterni al laboratorio»?
Se a scuola l'interrogazione me la facevo da me, che voto avrei dato ogni volta?
Fare luce su commistioni e conflitti di interessi: passa da qui la strada verso la giustizia per i crolli dell'Aquila.

Manuela Rosa 23/10/2009 9.21

fonte: http://www.primadanoi.it/notizie/23102-Crolli-e-cemento-depotenziato-chi-controlla-i-controllori

 


 
 
 
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