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UE, DURISSIMO L'IMPATTO DELLA CRISI SULL'OCCUPAZIONE. Nel biennio 2009-2010 in fumo oltre 7 milioni di posti di lavoro
26/11/2009

La Commissione Europea ha confermato che nel biennio tra il 2009 e il 2010 la crisi comportera` la perdita di oltre 7 milioni di posti di lavoro. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione si avvicinera` all`11% entro il prossimo anno.


Il dato, di certo non confortante nonostante le ripetute dichiarazioni semiottimistiche sia a livello politico sia istituzionale, emerge dal rapporto sull`occupazione pubblicato ieri dalla Commissione Europea. Un risultato che va, se non a compromettere, almeno a ridimensionare quanto fatto di buono nei quattro anni tra il 2005 e il 2008. In tale arco di tempo, infatti, nella Ue erano stati creati 9,7 milioni di posti di lavoro. 



Quanto alle rilevazioni storiche, dall`inizio della crisi nel secondo trimestre 2008, sino a giugno di quest`anno sono 4,3 milioni i posti di lavoro persi. Gli uomini, i giovani, i lavoratori meno qualificati e quelli con contratto temporaneo sono state le categorie piu` colpite dalla contrazione dell`occupazione. 



Secondo Bruxelles l`effetto della crisi «e` stato in qualche modo mitigato grazie al ricorso a orari di lavoro ridotti e ad altre soluzioni temporanee». Ma queste, nel complesso, seppure riescano a tamponare nel breve termine gli effetti dell`emorragia occupazionale, non sono sufficienti ad assicurare una via d`uscita dalla crisi. A livello settoriale, la perdita di posti di lavoro ha colpito in particolare il settore delle costruzioni e l`industria. 



Duro il colpo per il settore auto e del suo indotto: si sono verificati 268 casi di ristrutturazione tra marzo 2008 e agosto 2009 con una perdita di 105.000 posti. 



«Questa relazione - ha commentato il commissario europeo per l`Occupazione Vladimir Spidla - dimostra quanto sia importante conciliare la risposta di breve termine alla crisi con le riforme strutturali di lungo respiro, essenziali per preparare il mercato del lavoro ad affrontare le sfide del futuro». Dal punto di vista propositivo la ricetta individuata dall`Ue ricalca in buona misura i piani enunciati durante la campagna elettorale dal presidente eletto degli Usa Barack Obama. 

 

Spidla ha infatti dichiarato che le grandi sfide future per il lavoro si incorreranno e si potranno vincere, «a cominciare da quelle legate al passaggio a un`economia a basse emissioni di carbonio». 



Il tutto, pero`, rischia di ridursi a un mero palliativo, visto che, proprio Obama, di ritorno dal viaggio ufficiale a Pechino la scorsa settimana, ha concordato con la Cina una serie di paletti per evitare corse in avanti troppo costose (in termini di crescita economica) negli obiettivi internazionali di abbattimento del livello di CO2. Limiti che l`Europa non potra` che seguire.

 

 

Fonte: Ance.it

 


 
 
 
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