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DIPENDENZA E SICUREZZA - Droga sul lavoro, aziende assenti
29/03/2010


Stando alla normativa codificata, il datore di lavoro ha fra i diversi compiti assegnati anche promuovere la salute dei propri dipendenti. Un dovere che rimane al momento sulla carta, come dimostra l'applicazione della normativa sul consumo di alcol e stupefacenti: aziende bresciane poco sensibili e rischio maggiore di infortuni e dipendenze.



Se ne e' parlato nel primo appuntamento dei Seminari Tecnici del Sabato promossi dalla Scuole edile bresciana, con l'intervento degli esperti del servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro-Psal dell'Asl di Brescia.


La legge su stupefacenti e alcol parte da lontano, dal dpr 309/90, ma le prescrizioni sui controlli sono diventate attuative solo nel 2008 per gli stupefacenti e 2006 per l'alcol: per gli stupefacenti sono previsti test specifici da effettuare una volta all'anno su chi svolge determinate mansioni a rischio per gli altri, come quelle di guida (camion, bus, ecc.), di manovra gru e macchine a movimento terra nel settore edile. Questi test sono collegati all'idoneita' al lavoro e se si risulta positivi anche per un'assunzione saltuaria scatta l'avvio a un percorso nei Sert. «Su circa 3 mila controlli effettuati nel bresciano nel 2009 circa 150 lavoratori sono stati inviati al Sert», osserva Domenica Sottini, responsabile dello Psal Dgd 1 distretto di Brescia: un 5 per cento dei lavoratori che non deve trarre in inganno, «perche' cio' che osserviamo e' solo la punta di un iceberg, e il fenomeno rimane in buona parte sommerso», spiega la responsabile.

 La normativa sull'alcol e' invece meno vincolante e prevede valutazioni alcolemiche per tutte le mansioni nei cantieri edili, ma risultare positivi non e' direttamente correlato all'idoneita' alla mansione, mentre ulteriori accertamenti scattano se c'e' il sospetto di alcoldipendenza.
«L'APPLICAZIONE di queste normative e' ancora a macchia di leopardo, la legge piu' stringente e chiara e' quella sugli stupefacenti, applicata da quasi tutte le aziende di trasporti, mentre gli edili sono un po' in ritardo – dice Sottini -. Il problema e' che la normativa viene applicata in modo formale, tutto si riduce all'esecuzione del test, trascurando il punto piu' importante che e' la promozione della salute e di stili di vita piu' sani».
«La sensibilita' delle aziende e' bassissima, soprattutto nell'edilizia, dove i consumi dei lavoratori non sono considerati un problema, e dove le attivita' di formazione e promozione della salute vengono percepite come una spesa, di tempo e di soldi», aggiunge Paola Paglierini dello Psal DGD 4 del distretto di Palazzolo.


Gli attori su cui agire sono in primis il medico aziendale e il datore di lavoro, oltre al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e al responsabile del servizio prevenzione e protezione. «La percezione che si ha visitando le diverse realta' produttive e' che l'utilizzo delle sostanze stupefacenti sia piu' diffuso nel settore metalmeccanico, nei servizi e nel terziario, dove i ritmi lavorativi sono piu' intensi e dinamici, mentre nel settore edile il problema di gran lunga prioritario resta l'alcol, e non accenna a diminuire perche' bere non viene percepito dai lavoratori come comportamento a rischio», spiega Paglierini.


PIÙ CHE L'IMMAGINE del muratore che assume cocaina per migliorare le proprie prestazioni, quindi, il volto piu' vero del fenomeno rimane quello del muratore che fin dallo spuntino del mattino consuma alcolici, senza rendersi conto della pericolosita'. E dire che avere lavoratori in salute, fanno notare gli esperti, andrebbe a tutto vantaggio dell'azienda in termini di efficienza e produttivita'.

Lisa Cesco

28/03/2010

Fonte: www. bresciaoggi.it
 

 


 
 
 
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