Dalle Regioni: LE OPERE PUBBLICHE SOTTO LA SCURE DEL PATTO DI STABILITÀ. Tanti sindaci lombardi hanno dovuto rinunciare a numerosi progetti richiesti dai cittadini.
08/04/2010 |
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Il patto di stabilita', che punta a tenere sotto controllo
l'indebitamento degli enti locali, si e' abbattuto come una scure sui
bilanci comunali. E tanti sindaci lombardi hanno dovuto rinunciare a numerosi
progetti richiesti dai cittadini per rientrare nelle spese e far
quadrare i conti di fine anno.
Tuttavia il 15 per cento dei comuni della regione non ce l'ha fatta,
non e' riuscito a rientrare nei parametri del patto. Ha sforato i limiti non
certo per sprechi o negligenza ma per pagare le aziende o completare
investimenti per la realizzazione di opere attese dai propri cittadini. Dal 2003
al 2007 gli investimenti sono diminuiti del 18 per cento.
«Nel 2010 - spiega Ettore Fusco, sindaco di Opera, alle porte di Milano - gli
ulteriori tagli ai trasferimenti avranno come effetto quello di
veder aumentare il numero dei comuni che non rispetteranno il patto e
un'ulteriore riduzione del 30 per cento degli investimenti».
In questo modo diventa difficile per tanti sindaci dell'hinterland «dare
una mano alle famiglie in difficolta' e far ritrovare all'economia un
po' di slancio». Un conto sono i Comuni spreconi, un altro conto sono quelli che
lavorano seriamente ma che non si vedono piu' arrivare risorse da investire.
«Il patto di stabilita' - spiegano i vertici dell'Anci - e i tagli ai
trasferimenti mettono in seria difficolta' i sindaci. Cosi' non si riducono i veri
sprechi ma si tagliano le risorse e, in alcuni casi, si impedisce di investire i
soldi ancora a disposizione: manca un vero federalismo fiscale».
Mentre i Comuni lombardi sono in ginocchio, al sud «continua la pacchia - accusa
Attilio Fontana, presidente Anci - come dimostrano tutte le somme distribuite a
Palermo, Catania e, di recente, al Comune di Roma».
Fonte:
Ilgiornale.it
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