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Guide: Tecnologie: Isolamento termico di un edificio
03/02/2007

Una componente importante delle dispersioni termiche che si verificano in un edificio si registra attraverso le pareti, attraverso i muri perimetrali, le fondazioni ed i ponti termici. Complessivamente tali dispersioni termiche possono raggiungere anche il 40% delle dispersioni totali in un edificio.

L’isolamento delle murature è essenziale per ridurre la dispersione termica, ottenere notevoli economie di esercizio e sensibili vantaggi in termini di comfort abitativo.
 
La corretta progettazione dell’isolamento delle pareti di edifici coinvolge un insieme di fattori quali la resistenza termica e meccanica dell’isolante, il suo corretto posizionamento e la sua capacità di controllare i flussi di vapore acqueo.
 
In generale un buon isolamento termico delle pareti è indispensabile per i seguenti motivi:
 
Benessere termoigrometrico
L’economia di esercizio ed il comfort ambientale dipendono in larga misura dal comportamento termico ed igrometrico dell’involucro esterno dell’edificio. In particolare il comportamento dei tamponamenti esterni dipende dai materiali che li compongono e dalla posizione dello strato isolante rispetto agli altri strati. L’isolante può essere posto sulla superficie interna, esterna, in intercapedine o quale barriera agli eventuali ponti termici.
 
Formazione di condensa
La temperatura superficiale delle murature può risultare, in mancanza di un adeguato isolamento termico, inferiore a quella necessaria per assicurare un adeguato comfort e ciò potrebbe causare la formazione di condensa.
 
Risparmio energetico
La normativa italiana sul risparmio energetico degli edifici, L. 10/91, impone un limite alle dispersioni di calore e pertanto impone di isolare termicamente le strutture.

I PONTI TERMICI
 
Si ha un ponte termico dove il comportamento termico di una parte dell’edificio è considerevolmente differente rispetto a quello di parti circostanti.
 
Una scadente prestazione di isolamento termico porta ad un incremento delle perdite di calore e può provocare la diminuzione di temperatura della superficie interna dell’edificio tale da causare rischi di condensazione superficiale.
 
La tecnica fotografica agli infrarossi  permette di rilevare la presenza di ponti termici. Questi possono rappresentare fino al 30% del calore totale disperso. I ponti termici sono presenti in corrispondenza di travi, pilastri, davanzali, balconi ed anche in presenza di eterogeneità diffuse nella struttura quali i giunti di malta tra i blocchi dei cosiddetti termolaterizi .
 
In sintesi le cause principali di un ponte termico sono:
     
  • presenza di materiali diversi nella sezione dell’edificio (es. muratura di tamponamento in mattoni con struttura in cemento armato).
  •  
  • discontinuità geometrica nella forma della struttura (es. angoli).
  •  
  • interruzioni dello strato di isolamento termico (es. pilastri, travi marcapiano, serramenti, ecc.).

Effetti dei ponti termici

I principali effetti negativi dei ponti termici sono:
  1. Perdite di calore
    Le perdite di calore  derivanti dai ponti termici incidono in modo notevole sulle perdite di calore dell’intero edificio. I ponti termici possono anche triplicare la trasmissione di calore in una sezione dell’edificio, pur rappresentando solo una minima parte della superficie stessa.
  2. Condensazione
    La condensazione superficiale è uno degli effetti più comuni dei ponti termici . Si manifesta quando i normali livelli dell’umidità relativa degli ambienti interni in condizione di comfort termico si combinano con una temperatura superficiale dell’involucro dell’edificio che ha valore più basso del punto di rugiada.
  3. Formazione delle muffe
    La formazione delle muffe avviene quando si ha una particolare combinazione di temperatura, vapore e substrato favorevoli. I più comuni tipi di funghi (muffe) maturano in presenza di alti valori di umidità ed a basse temperature (0 - 15°C). Un ponte termico, a causa della contemporanea presenza di umidità relativa alta e bassa temperatura, crea le condizioni ideali per la formazione di muffe.
  4. Danni alla superficie
    Le variazioni cicliche della temperatura superficiale causano una polverizzazione dei materiali della struttura. E’ stato osservato come nel 44% dei casi questi danni superficiali siano dovuti alla presenza di ponti termici.
  5. Diminuzione del comfort termico
    Quando la temperatura superficiale interna di una parte della struttura (parete, pavimento, ecc.) è inferiore di almeno due o tre gradi rispetto alla temperatura dell’ambiente si avverte una sensazione di disagio in prossimità di tale superficie. Questo effetto è particolarmente evidente quando sono coinvolte ampie aree. Un tipico esempio è la zona di congiunzione tra un pavimento non isolato e la parete esterna. Per limitare tale disagio generalmente si innalza la temperatura dell’ambiente provocando in tal modo un’ulteriore perdita di energia.
    Controllo della condensa interstiziale delle pareti
    Il metodo per evitare la formazione della condensa si basa sul profilo delle temperature e delle pressioni parziali del vapore acqueo in una parete.

    Il metodo per evitare la formazione della condensa si basa sul profilo delle temperature e delle pressioni parziali del vapore acqueo in una parete.
    Il calcolo è definito dalla norma Europea EN 13788, derivata a sua volta sulla norma tedesca DIN 4108 (diagramma di Glaser relativo alle pressioni di vapore).

    I dati necessari riguardano:
     
    • temperatura e condizioni igrometriche di progetto interne ed esterne all’edificio
    • -
    • spessore di ogni strato componente la parete
    • -
    • conducibilità termica di ogni strato
    • -
    • resistenza alla diffusione del vapore acqueo di ogni strato.

    Utilizzando queste informazioni si calcola la pressione del vapore attraverso la parete.
     
    Se questa linea di pressione raggiunge quella di saturazione significa che si formerà condensa nella parete, e in particolare nella parte della costruzione dove le due linee si toccano.
     
    Controllo della condensa superficiale nei ponti termici
    Il D.P.R. di attuazione della L. 10/91 fa esplicito riferimento alla correzione dei ponti termici, la cui analisi deve essere riportata in una specifica relazione tecnica che descriva le "….caratteristiche delle strutture in relazione agli aspetti relativi alla condensazione superficiale ed interstiziale, alla presenza di ponti termici ed ai parametri di comfort…".
     
    La normativa impone anche la verifica della temperatura minima delle superfici interne delle pareti e dei ponti termici che deve risultare non inferiore alla temperatura di rugiada.
     
    Per una buona correzione dei ponti termici è sufficiente che venga soddisfatta la relazione FT>0,7 dove FT (fattore di temperatura) è dato da:
     
    Tp - Te

        FT =
    --------------------------------------------------------------
    Ti - Te

    Tp = temperatura superficiale della parete interna
    Te = temperatura esterna
    Ti = temperatura interna
     
    Da un punto di vista operativo, se si desidera minimizzare i rischi di formazione di condensa occorre:
     
       a)ridurre la trasmittanza U [W/mK] del ponte termico;
       b)aumentare la temperatura dell’aria interna Ti;
       c)impiegare per la correzione dei ponti termici materiali isolanti che forniscano ottime prestazioni in termini di resistenza termica e di durata nel tempo;
       d)aumentare la ventilazione, evitando il ristagno dell’aria in corrispondenza degli angoli, dietro ai mobili, ecc.;
       e)verificare che il fattore di temperatura FT precedentemente definito sia maggiore o al limite uguale a 0,7.

 


 
 
 
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