Palermo, 11 gen - ''Il problema del massimo ribasso posto dai costruttori
siciliani e' un tema reale. E' uno degli elementi che possono favorire le
infiltrazioni della criminalita' organizzata. Solo l'impresa che non
opera in regime di concorrenza, infatti, puo' permettersi percentuali di ribasso
particolarmente elevate. In alternativa l'elevato ribasso espone la
collettivita' a un altro rischio, ovvero quello della lievitazione dei costi
in sede di variante con conseguente possibile ritardo nell'esecuzione dell'opera
o peggio di abbandono a meta' del percorso per carenza di fondi''.
Lo ha detto l'assessore regionale per le Infrastrutture e la mobilita' della
Sicilia, Pier Carmelo Russo, incontrando le organizzazioni di categoria,
imprenditoriali, sindacali e professionali in materia di lavori pubblici,
nonche' Anci, l'associazione dei comuni, e Urps, l'unione delle province, per
affrontare i problemi connessi agli appalti e ai meccanismi di aggiudicazione
delle opere, temi posti proprio dai costruttori alla fine del 2010.
''Risulta utile ricordare - ha aggiunto l'assessore - che la norma che
stabilisce il ricorso al massimo ribasso non e' figlia di una scelta regionale
ma deriva da una procedura di infrazione avviata dall'Unione europea che ci
avrebbe esposto ad una dolorosa condanna''.
''Per risolvere il problema - ha proposto - senza incorrere nelle sanzioni
europee o nella scure del Commissario dello Stato o della Corte Costituzionale,
che in varie occasioni si e' pronunciata sulla materia, possiamo riflettere
su esperienze gia' sperimentate, adeguandole alla specificita' della Regione
siciliana, anch'essa affermata dalla Corte Costituzionale, in particolare
per cio' che concerne l'esigenza di adottare soluzioni normative ed
amministrative idonee a contrastare l'infiltrazione della criminalita'
organizzata (sentenza n. 288/2007)''.
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