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INFRASTRUTTURE - Secondo l'Associazione Nazionale Costruttori Edili, le risorse per le infrastrutture ci sono e vanno utilizzate subito
03/10/2011

La base e' in fermento. C'e' chi propone sit-in davanti ai ministeri. L'ira dei costruttori: no al blocco dei fondi

Decreto sviluppo all'esame. L'Ance: 9-10 miliardi per non affondare. I fischiatori erano forse cinque, di certo non piu' di dieci, ma le intere file di poltroncine vuote del grande auditorium dell'Eur, fanno salire di molto il novero di quelli che hanno dato un segnale di insofferenza in silenzio, alzandosi. E ascoltandoli il giorno dopo la movimentata assemblea annuale dell'Ance, tra gli imprenditori edili il malcontento emerge ancora piu' chiaro. Quali sono i motivi? "Dire che non ci sono soldi e' inaccettabile", ribadisce il presidente Paolo Buzzetti.

"Sappiamo che almeno 5 miliardi di euro ci sono ed e' un errore clamoroso non utilizzarli per opere diffuse come la manutenzione del territorio, strade o l'edilizia scolastica". La Tremonti-infrastrutture, continua, "e' l'ultima chance. Poi prenderemo atto che c'e' volonta' di mandare la barca alla deriva. Non possiamo piu' essere presi in giro e molti componenti del Governo lo hanno capito". Cosa farete, quindi? "Ci muoveremo attraverso manifestazioni legali e civili. Innanzitutto sui ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione potremmo decidere iniziative legali per recuperare i crediti". Per il resto l'Ance si muovera' nel solco di Confindustria cui l'associazione aderisce.



Ma la base e' in fermento. C'e' addirittura qualcuno che non esclude sit-in davanti ai ministeri. Inusitati per gente che certo non e' tra gli habitue' delle piazze, ma rappresenta quel mondo produttivo che tra i sostenitori della maggioranza trova posto in prima fila. Una cosa e' certa, non ci saranno piu' atteggiamenti remissivi con il Governo, se i problemi non verranno risolti. E per questo la guardia e' alta sul decreto sviluppo. Il ministro Matteoli, nel suo intervento all'assemblea dell'Ance, ha dichiarato che non ci sono i soldi e che si sarebbe andati avanti con la defiscalizzazione e non con nuove risorse. Questa linea non e' piaciuta alla platea e ora molti costruttori temono che anche somme gia' previste vengano distolte, i tagli insomma. La paura e' che cifre ingenti destinate a opere gia' finanziabili e cantierabili vengano bloccate, danneggiando un settore gia' in ginocchio. In passato risorse del Fas sono state piu' volte dirottate verso capitoli diversi di bilancio. Adesso ci sono 5 miliardi circa dei Fondi per le aree sottoutilizzate destinati alle infrastrutture e i costruttori vogliono la garanzia che non verranno sottratti. A questi si aggiungono altri stanziamenti per opere pubbliche, per un totale di 9-10 miliardi: indispensabili perche' il settore non affondi. Il Tesoro conosce queste preoccupazioni e si dice pronto a esaminare le proposte dell'Ance, purche' nell'ambito delle compatibilita' di bilancio.

"Il blocco dei fondi non mi meraviglierebbe - dice Walter Schiavella, segretario degli edili della Cgil, che condivide le critiche dei costruttori - e in ogni caso anche se le cifre fossero quelle che ci sono, gia' sarebbero insufficienti. In due anni sono stati spesi solo 800 milioni per infrastrutture". Una protesta congiunta imprenditori-operai, non sarebbe un tabu' per Schiavella: "E' gia' successo il primo dicembre scorso".

Le preoccupazioni del resto sono suffragate dai numeri, che parlano di un settore in profonda difficolta'. Il 2010 si e' chiuso con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 6,4%. L'Ance stima in 5 anni, dal 2008 al 2012, perdite del 22%. E dall'inizio della crisi - in base ai dati della casse edili - i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono circa 230 mila, e raggiungono le 350 mila unita' se si considerano anche i settori collegati.

http://www.ance.it

 


 
 
 
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