GRANDI OPERE: pubblicato il decreto che aiuta a velocizzarle.
Fonte: ilsole24ore.com
il decreto che taglia i tempi della burocrazia, fino a dimezzarli, per velocizzare e semplificare la realizzazione di insediamenti produttivi o opere di rilevante impatto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 27 ottobre 2016.
Il provvedimento, attuativo della riforma Madia, aveva ricevuto il via libera finale dal Consiglio dei ministri a fine luglio.
Una corsia preferenziale che potrà ridurre a 15-90 giorni le attese per i diversi procedimenti amministrativi che oggi hanno scadenze fissate mediamente tra i 30 e i 180 giorni. E in caso di stallo è previsto il potere sostitutivo del premier.
Una lista ad hoc determinerà i progetti che potranno beneficiare delle nuove misure. L'elenco dovrà essere messo a punto ogni anno entro il 31 marzo, passando per il Consiglio dei ministri.
La valutazione “fuori o dentro” verrà presa facendo riferimento a un set di criteri, a una griglia, che dovrà essere definita entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto, quindi ora scatta il countdown: la deadline cadrà a fine dicembre.
Il decreto entrerà in vigore precisamente l'11 novembre. Si tratta quindi di un provvedimento atteso, in termini tecnici un regolamento contenuto in un decreto del presidente della Repubblica, firmato a metà settembre e registrato il 19 ottobre dalla Corte dei Conti.
Sette articoli che mirano a sburocratizzare tutto quello che riguarda la parte amministrativa (licenze, permessi, nulla osta, autorizzazioni) per la localizzazione, la progettazione e la realizzazione di “rilevanti insediamento produttivi, opere di rilevante impatto sul territorio o l'avvio di attività imprenditoriali suscettibili di avere positivi effetti sull'economia e sull'occupazione”, incluse “le infrastrutture e gli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese”.
La corsia preferenziale consiste nella “riduzione dei tempi dei procedimenti” in “misura non superiore al 50%” rispetto a quel che vale fino ad oggi.
Se però i termini passano invano allora può intervenire anche il presidente del Consiglio dei ministri, previo via libera del Cdm. Per l'esercizio del potere sostitutivo si potrà ricorrere ad uno staff ad hoc. Il tutto senza maggiori oneri per la finanza pubblica.
Nel caso in cui ci siano in ballo interessi di natura territoriale e non nazionale allora la palla potrà passare al presidente della Regione o al sindaco in questione.
Di certo, con l'entrata in vigore del decreto, bisognerà tenere conto di un nuovo calendario: si parte dal 31 gennaio, scadenza entro cui ciascun ente territoriale dovrà segnalare i progetti che gli stanno a cuore, entro il 28 febbraio palazzo Chigi potrà integrare l'elenco. Un'operazione di selezione che dovrà avvenire in base a criteri che devono ancora essere messi a punto: da oggi scattano 60 giorni di tempo ed è necessaria l'intesa in Conferenza unificata.
Fonte: ilsole24ore.com
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