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CODICE APPALTI: LE RISPOSTE DEL MINISTERO INFRASTRUTTURE ALLE REGIONI
22/03/2007

Il ministero delle Infrastrutture ha trasmesso alla Conferenza unificata le proprie valutazioni sulle proposte di modifica al codice degli appalti pubblici avanzate dalle regioni e dalle province autonome.
L'Ufficio legislativo del Ministero ha esaminato la documentazione (complessivamente 137 richieste di emendamento) pronunciandosi sulle richieste di propria competenza e rinviando, per altre, ad una parallela valutazione con altri Ministeri interessati .

Fra i principali contenuti delle indicazioni ministeriali si segnalano l'indisponibilità nell'appalto integrato al ribasso dei costi di progettazione (le regioni avevano richiesto nell'ambito di considerare ribassabili in sede di offerta le spese di progettazione), il mantenimento dell'obbligo di pubblicare i bandi di gara sui giornali nei casi previsti (era stato proposto di sostituire tale adempimento con la pubblicazione sui siti internet), il rinvio alle decisioni della Corte Costituzionale sui rapporti fra normativa statale e regionale.

Proprio su quest'ultimo aspetto, gli enti locali avevano sollecitato una maggiore autonomia rispetto ai "paletti" rigidi fissati dal Decreto Legislativo n.163/2006.
Le Regioni, in particolare, avevano richiesto che le stazioni appaltanti potessero disciplinare i "profili organizzativi relativi alle fasi delle procedure di affidamento nell'ambito della propria autonomia normativa".

Ma su tale richiesta, come su altre similari, il Ministero ha preso tempo, ritenendo "opportuno attendere la pronuncia di legittimità costituzionale della Consulta", attesa per il 23 ottobre 2007. Sono infatti giacenti presso la Corte costituzionale sei ricorsi presentati dalle regioni Abruzzo, Campania, Lazio, Piemonte, Toscana, Veneto e dalla provincia autonoma di Bolzano, per violazione delle norme costituzionali sul riparto di competenze fra Stato e Regioni.


Non è stata accolta, inoltre, la richiesta di modifica della disciplina dei lavori svolti dai privati "a scomputo" degli oneri di urbanizzazione; anche in questo caso per il Ministero occorre "attendere la conclusione del giudizio pendente di fronte alla Corte di giustizia".

FONTE: aniem

 


 
 
 
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