OGGI, installare da zero un sistema fotovoltaico costa tra i venti e i cinquantamila dollari per alimentare un tipico impianto da circa cinquecento metri quadrati in grado di fornire energia a una famiglia di quattro persone. Un sistema del genere puo' durare almeno vent'anni, ma spesso due terzi di quel lasso di tempo rischiano di andarsene nel tentativo di implementare il tutto.
La maggior parte dei costi deriva dall'hardware, in
particolare dai pannelli solari stessi e poi da un dispositivo denominato "inverter"
che trasforma l'energia in corrente alternata (AC) utilizzabile per usi
domestici.
La Citizenre intende diminuire tali voci di spesa costruendosi un proprio
impianto di produzione. "Sara' la centrale fotovoltaica piu' grande del
mondo, estesa su oltre 180 mila chilometri di superficie e con oltre 1600
operai", spiega Rob Styler, vicepresidente esecutivo del settore marketing
dell'azienda. "Producendo direttamente sia i pannelli che gli impianti,
ridurremo i costi all'osso".
Una volta pronti per iniziare a installare gli impianti - il che probabilmente
avverra' dopo settembre 2007, stando a quanto dichiarato dai portavoce
dell'azienda - sara' possibile prenotare le apparecchiature versando una
cauzione di 500 dollari per un sistema da cinque kilowatt, integrabile con cento
dollari per ogni kilowatt aggiuntivo. Per la fornitura dell'energia si
stabilisce un prezzo fisso sulla base degli standard di mercato, bloccato con
contratto da cinque o venticinque anni. Chi consuma paga tutta l'energia
generata, anche quella che non utilizza, ma l'azienda ottimizza il sistema in
modo da adattarlo ai fabbisogni e consumi dell'abitazione specifica. A fine
contratto, il cliente puo' decidere di acquistare l'hardware, oppure no.
Straordinario, no? Ma i detrattori ci trovano molto da
obiettare. Parecchie critiche riguardano la strategia di marketing multilivello
portata avanti dall'azienda. Finora, l'elenco degli agenti di commercio della
Citizenre ammonta a circa settecento persone, piu' o meno una ogni dieci
clienti, il che pare un'esagerazione. a guidare questo esercito di
rappresentanti e' il quarantaduenne Styler, un veterano del marketing
multilivello e personaggio originale di per se'.
Nel 1997, ha lasciato l'Equinox, nota azienda del Sud California dalla struttura
rigidamente piramidale, tre anni prima che la Federal Trade Commission la
facesse chiudere (ha anche scritto un libro su quell'esperienza). Recentemente,
e' stato coinvolto in un'altra operazione di marketing multilivello per la
vendita di cerotti che promettevano salute e vigore grazie ai miracoli della
nanotecnologia.
Secondo Styler la Citizenre non ha niente a che fare con l'Equinox, e non ha una
struttura piramidale. Tanto per cominciare, ne' ai clienti ne' agli agenti di
commercio e' chiesto di spendere un centesimo. "Quello che ci distingue
dalla aziende che fanno marketing multilivello e' proprio il fatto che noi non
chiediamo soldi", spiega. ""La verita' e' che ci sono molte
societa' che se ne approfittano; noi non siamo una di quelle". E cita la
telefonia mobile, la Tv satellitare e gli allarmi per le abitazioni come esempi
di settori che sono stati completamente rivoluzionati dall'influsso del
marketing di massa e dallo schema del pagamento mensile.
Il marketing multilivello, peraltro, ha creato non pochi problemi all'azienda in
fase di startup. Dall'inzio del programma pilota, a settembre, alcuni
rappresentanti fuori controllo sono stati colti a millantare credito promettendo
ad altri papabili agenti di commercio che se avessero aderito alla rete
sarebbero diventati milionari. Altri hanno fatto riferimento, mentendo, ad
accordi con il Sierra Club e con Greenpeace, o sono venuti a patti con i gestori
locali. Alcuni hanno dimostrato di non essere in grado di rispondere a domande
basilari riguardo al contratto che ci si aspetta i consumatori accettino di
firmare. Uno e' indagato per frode con riferimento a un'altra operazione di
marketing multilivello precedente al suo ingresso in azienda. "In questo si
sono dimostrati incredibilmente laschi, e hanno lasciato che gli agenti di
commercio potessero dire e fare cose suscettibili di innescare problemi legali e
di sicurezza", commenta l'ex rappresentante Richard George, che ha
rassegnato le dimissioni all'inizio del mese scorso proprio a motivo di tali
preoccupazioni.
© Wired Magazine
fonte: enel.it
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