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CALANO GLI APPALTI PUBBLICI. Nei prossimi 3 anni a rischio 1.650 medie imprese.
19/07/2007

Nel prossimo triennio , la riduzione del numero e del valore complessivo delle gare per importi di fascia bassa e media avra' effetti drammatici sulle Pmi del settore costruzioni. A rischio 1.650 medie imprese

Il 97% delle medie imprese del settore delle infrastrutture di trasporto (1.650 su 1.700) rischia nel prossimo triennio di uscire dal mercato delle opere pubbliche. Cio' perche' la riduzione del numero e del valore complessivo delle gare per importi di fascia bassa e media (a vantaggio dei grandi appalti) non consentira' loro di avere i requisiti necessari per partecipare alle gare d'appalto. Questo e' quanto mostra una ricerca curata dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l'Edilizia e il Territorio).

Dal 2001 al 2004, gli investimenti nelle nuove opere pubbliche sono cresciuti in valori costanti del 27,3%, mentre il Pil e' aumentato solo del 3,1%. Ma, a partire dalla fine del 2004, per le opere pubbliche del nostro Paese e' iniziata una fase nuova, che disegna uno scenario difficile con il quale confrontarsi. Soprattutto nei prossimi anni. La capacita' realizzativa si e' ridotta del 5,2% nel 2005 rispetto al 2004 e dell'1,2% nel 2006. Sulla base delle previsioni, nel 2007 potrebbe rimanere stabile (+0,1%).

Preoccupa soprattutto quanto potra' accadere nel prossimo triennio: secondo la ricerca, a valori costanti, la spesa per gli investimenti in opere pubbliche si ridurra' del 2,5% nel 2008 e del 3,3% nel 2009. 

Una conferma di questa difficolta' si ha guardando l'andamento delle gare di appalto. Negli ultimi 25 mesi (dal maggio 2005 al maggio 2007), il valore delle opere pubbliche appaltate e' stato pari a 63,4 miliardi di euro, contro i 78,4 dei 25 mesi precedenti, con una contrazione del 19%. Contrazione che colpisce tutte le fasce di importo, ma che avra' effetti drammatici per le piccole e medie imprese, in quanto dalla fine degli anni Novanta a oggi la tendenza e' stata quella di un forte accorpamento dei “tagli” a vantaggio di poche imprese.

Tra il 1999 e il 2005, l'importo dei bandi di gara per i lavori di grandi dimensioni, di importo superiore a 83,3 milioni di euro, e' passato da 807 milioni a poco meno di 12.000 euro (+1.359%), mentre i tassi di crescita delle altre tipologie dimensionali oscillano tra il 5,9% dei lavori di importo inferiore a 5,3 milioni e l'88% della fascia tra i 16,7 e 83,3 milioni di euro. La fase espansiva dei grandi lavori e' confermata anche dai dati relativi alle aggiudicazioni che, tra il 2002 e il 2006, mostrano una crescita del valore da 2,2 miliardi a oltre 13 miliardi di euro (+508%), a fronte di un tasso di crescita medio del 10% delle fasce inferiori.

Questo cambiamento strutturale della domanda produrra' effetti rilevanti sul futuro della composizione dell'offerta in quanto incide sui meccanismi di conferma delle qualificazioni SOA. In particolare e' messa in discussione la modalita' di accesso al mercato delle opere di maggiore interesse di molte medie imprese.

Lo studio del Cresme mette in luce l'alto rischio di espulsione di 1.650 imprese qualificate nella partecipazone a gare di appalto per la realizzazione di infrastrutture per importi superiori ai 5,3 milioni di euro (soglia UE) su un totale di 1.700 qualificazioni.

fonte: pmi-business.it

 


 
 
 
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