Applicazione a macchia di
leopardo per le leggi regionali
sugli appalti.
Nelle quattro Regioni che hanno in vigore proprie norme, diverse e successive rispetto a quelle nazionali
(Toscana, Veneto, Campania e
Sardegna), non tutte le stazioni
appaltanti si sono allineate.
Alcune sono rimaste fedeli al Codice nazionale.
E cosi' il conflitto che oppone Stato e Regioni si
e ormai spostato sui bandi.
E' da Luglio 2006, data di entrata in vigore del Codice dei
contratti di lavori, servizi e forniture, che Stato e Regioni litigano per stabilire l'esatto
confine delle competenze in materia di appalti.
Il Codice e' stato
subito impugnato da Abruzzo,
Toscana, Lazio, Piemonte, Veneto e provincia autonoma di
Trento: la sentenza e prevista
piu o meno tra un mese, Ma subito dopo il Governo ha impugnato le leggi di Toscana,
Veneto e Sardegna, facendo un'eccezione solo per la legge-fotoco-pia della Campania (alla quale
ha comunque strappato la promessa di una modifica).
In attesa dei chiarimenti della Consulta, pero' si e' scatenato
il fai date della normativa regionale.
La paura per tutte le amministrazioni che decidono di rimanere fedeli alle disposizioni regionali e' quella dei ricorsi,
ma anche del verdetto della
Consulta che se sfavorevole potrebbe mettere a rischio anche
le gare gia bandite.
In Sardegna, ad esempio, le
stazioni appaltanti si sono subito allineate alla legge 5/2007 in vigore dal 10 ottobre nelle nuove
gare, ma hanno bloccato la finanza di progetto perche' la legge sarda concede ancora al
promotore una prelazione per la
quale siamo finiti sotto accusa a
Brexelles e che il Dlgs 163/2006 ha eliminato.
In Veneto le stazioni appaltanti si muovono in ordine
sparso, nonostante l'invito dell'assessorato ad applicare le disposizioni locali
(legge n. 7/2007) anche per le parti in contrasto con il Codice appalti.
Il caso forse piu' eclatante e' quello di Veneto Strade. l'azienda regionale al 100%
che si occupa della costruzione e manutenzioe della rete viaria.
Veneto Strade continua ad applicare il Codice dei Contratti per tutte le gare sotto la soglia europea.
Si comportano cosi anche il Comune di Venezia e quello di Verona o l'AIM Acqua di Vicenza.
Ance Veneto, intanto, sostiene che negli appalti "sotto soglia" ci siano anacronistiche regole uguali per tutta Italia alla luce delle peculiarita' di ogni area
ln Campania le stazioni appaltanti si sono allineate alla
legge n. 3/07.
I bandi, pubblicati dopo l'entrata in vigore (l6 settembre)
fanno riferimento
all'articolo 20 dove e' prevista l'esclusione dell'avvalimento,
ovvero il prestito dei requisiti,
per gli appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria e all'articolo 46 che stabilisce
l'esclusione automatica delle
offerte ritenute anomale.
Ma su questo ultimo punto e' il governo locale a fare marcia indietro: e' allo studio un
emendamento che cancella questa che
e' una delle poche differenze
con il Codice.
Stazioni appaltanti in ordine
sparso anche in Toscana, dove
la ribellione alla legge regionale 38/2007 parte da un ente sanitario della stessa Regione:
l'azienda ospedaliero-universitaria Careggi, la piu grande della Toscana, che ha pubblicato una
gara d'appalto per la ristrutturazione del reparto endoscopia
del «Nuovo San Luca (importo 623mila euro), che prevede il
subappalto del 30% per i lavori
appartenenti alla categoria prevalente OG11, in contrasto con
le norme locali che limitano il
subappalto alle attivita specializzate.
Sul fronte opposto ci sono Comuni come quello di San Miniato (Pisa), che ha mandato in gara
la realizzazione di una cassa di
espansione da 3 milioni, inserendo
tutti i lavori nella categoria
prevalente OG8 ( anche se alcuni
potrebbero configurare attivita' specializzate)
e vietando cosi del tutto il subappalto.
Fonte : Il Sole 24 Ore - edizione del 12 novembre 2007
Valeria Uva