FINANZIARIA SURVIVOR: se la maggioranza tira a campare (fino a Natale).
Data: 15/11/2007
Argomento: Finanziaria 2008


Articolo di Panorama del 15/11/07

In Senato ieri e' stata battaglia. Piu' che sugli articoli e sul voto finale, sui tempi. Il voto finale, che era atteso per il pomeriggio, e' slittato a oggi o addirittura a domani mattina. Nonostante le difficolta' a palazzo Madama e' comunque probabile, al netto di acquisti notturni non impossibili e di curiosi giochetti della politica nostrana, che la Finanziaria passi nei prossimi giorni. 



A spiegarlo a Panorama.it e' il senatore di Forza Italia, Maurizio Sacconi: “Il governo non cadra' ora perche' tra un mese, sotto Natale, la finanziaria torna qui e sara' ben diversa”. In pratica, la manovra andra' alla Camera, dove verra' modificata dalla maggioranza e soprattutto dall'ala radicale, sostiene l'ex sottosegretario al Welfare del governo Berlusconi, che aggiunge: “La manovra che tornera' in Senato sara' molto piu' di sinistra di quella di adesso”. 

E quindi i centristi, Lamberto Dini in particolare, avranno parecchie difficolta' a digerirla: “L'accordo del 23 luglio ha iniziato il suo iter alla Camera” prosegue Sacconi “e ora entrera' nella Finanziaria: ed e' la pura negazione della riforma pensionistica Dini. C'e' un buco non coperto di 15 miliardi di euro. Dini non potra' votarla”.

Alle considerazioni tecnico-sociali di Sacconi si aggiungono quelle dei corridoi rossi, ma ovattati, di palazzo Madama dove ieri piu' di un senatore spiegava: “Perche' mai dovremmo far cadere il governo oggi, quando possiamo tenerlo sulle spine ancora un mese?”. Considerazione a cui dalla maggioranza veniva replicato: “Non fate cadere il governo, perche' sapete che se andiamo ad elezioni a voi dissidenti non vi ricandida nessuno”.

Dunque ieri e' stata battaglia a palazzo Madama perche' l'opposizione ha chiesto l'allungamento dei tempi per valutare nuovi emendamenti. In realta', spiegano dalla maggioranza, solo per fare ostruzionismo. 

All'inizio della giornata sembrava poter filare tutto liscio per l'approvazione della manovra da parte del Senato. Anche perche' il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, aveva raggiunto l'intesa con il resto dell'Unione e i malpancisti sembravano poter essere ricondotti nell'alveo del voto favorevole. 

Ma la Cdl ha fatto le barricate e dopo ben due capigruppo si e' arrivati alla decisione dello slittamento dei tempi. Per uno strano miracolo della politica italiana cantano vittoria sia la maggioranza che l'opposizione. Il capogruppo Ulivo, Anna Finocchiaro, sottolinea “la proposta di slittamento del voto con la possibilita' di arrivare a venerdi' mattina e' stata avanzata dall'Unione”, mentre il capo dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani vanta:”Abbiamo vinto la nostra battaglia”.

E che la maggioranza possa farcela ne e' convinto, non si sa se per scaramanzia o per certezza, anche il Cavaliere, che alla vigilia del voto finale sulla manovra nell'assemblea di Palazzo Madama, ha detto che l'implosione ci sara', prima o poi. Per Berlusconi la crisi di governo incombe sempre come una spada di Damocle su Romano Prodi, ma la sua formalizzazione potrebbe avvenire “non necessariamente domani o in questi giorni, ma certo non possono durare a lungo”. 

E per questo il capo dell'opposizione ha messo alla frusta il suo partito mobilitando circa 10mila gazebo per raccogliere in questo fine settimana 5 milioni di firme per andare a votare. Un modo soft per tirare la giacchetta a Napolitano. Ma tanto, per ora, Prodi sopravvive.

Fonte: Panorama.it (vai all'articolo originario)







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