DURC ''UMBRIA'' modello di riferimento per il legislatore nazionale,
Data: 20/11/2007
Argomento: DURC


Estesa ai lavori privati la verifica della congruita' dell'incidenza della manodopera

Dal 1° maggio '07 per tutti i lavori edili effettuati sul
territorio della Regione Umbria, il rispetto delle
norme regionali e' osservato quando l'impresa soddisfa
sia il requisito della regolarita' contributiva inps, inail
e cassa edile e quello della congruita' dell'incidenza
della manodopera impiegata nel cantiere, attestata
dalla cassa edile.



Questo quanto sancito dal protocollo
di intesa sottoscritto lo scorso 15 febbraio da
Regione Umbria, Inps, Inail e Casse edili di Perugia e
Terni.

Ideato delle Istituzioni e della parti sociali umbre
quale strumento prioritario nella lotta al lavoro sommerso
durante il periodo della ricostruzione (“durc
terremoto”), scelta qualificante piu' efficace del “durc
Biagi” nella sua peculiare verifica della congruita', il
“durc Umbria” e' divenuto modello di riferimento per
il legislatore nazionale, e oggi - in Umbria - esteso a
tutte le tipologie di lavori: ricostruzione, pubblici, privati.

Di fatto per i lavori pubblici, la verifica della congruita'
era gia' operativa a tutti gli effetti a Perugia: per
non “compromettere” il proprio modello, le parti
sociali non hanno aderito alla procedura del durc
nazionale, o meglio hanno di fatto e “orgogliosamente”
– adeguato il durc nazionale al “durc Umbria”,
anche se con significativi aggravi burocratici a carico
delle imprese e dilatarsi dei tempi di rilascio, solo
recentemente superati: le imprese esecutrici di appalti
pubblici per ottenere il durc dalla Cassa Edile di
Perugia in relazione ai sal e ai finali, dovevano essere
anche “congrue” in relazione allo specifico cantiere e
richiedere, attraverso due distinte procedure, la certificazione
di regolarita' contributiva a inps inail e cassa
edile, nello specifico cantiere alla cassa edile.

La novita' introdotta dal protocollo di intesa e' pertanto
l'obbligo del durc attestante regolarita' e congruita'
ai lavori privati eseguiti nel territorio regionale.

La Regione Umbria, ha dunque elaborato una proposta
di modifica alla legge regionale 1/2004 Norme per
l'attivita' edilizia, atte a consentire opportuno recepimento
dei contenuti del protocollo di intesa e definire
il contestuale regime sanzionatorio nell'ambito dei
lavori privati. Coinvolte attivamente associazioni
imprenditoriali e organizzazioni sindacali che hanno
presentato all'amministrazione regionale loro osservazioni
e integrazioni alla proposta di modifica delle
legge regionale.

Primo formale esito delle consultazioni e' la preadozione
di un d.d.l. che prevede l'obbligo della “congruita'”
limitatamente ai lavori privati il cui costo di
costruzione superi l'importo di 50mila euro o, per le
opere esentate da tale costo, aventi superficie utile
coperta superiore a 100 metri quadrati (i c.d. lavori
sopra soglia). Per i lavori ricadenti in questa tipologia
il committente, prima di procedere al pagamento della
rata di saldo, e' tenuto ad acquisire dall'impresa esecutrice
dei lavori il documento unico di regolarita' contributiva
attestante sia la regolarita' che la congruita'.

Qualora dal durc risulti che l'impresa esecutrice non
sia in regola, le verra' applicata dalla Regione una sanzione
amministrativa ricompresa tra un minimo di
duemila ad un massimo di diecimila euro e sara' inserita
nell'elenco regionale delle imprese inadempienti.
Apposito regolamento stabilira' le modalita' per l'appli-
cazione della sanzione e le procedure secondo le quali
verra' concesso un periodo per la regolarizzazione, scaduto
il quale scattera' l'inserimento nella “black list”.

D'altra parte, per non precludere al committente l'acquisizione
del certificato di agibilita' (per cui il durc
regolare e' abilitante), la norma regionale prevede che
il committente stesso regolarizzi la posizione contributiva
dell'impresa irregolare, pagando a quest'ultima la
somma dovuta quale rata di saldo, detraendo l'importo
dei contributi non versati per i quali l'impresa e'
risultata debitrice e versandoli a inps, inail e cassa
edile. In sintonia con quanto proposto dalle associazioni
imprenditoriali e organizzazioni sindacali, il d.d.l. in
fine, nell'intento di responsabilizzare ulteriormente il
direttore dei lavori nell'attivita' di verifica e vigilanza in
cantiere, reintroduce l'obbligo a suo carico di vigilare
in cantiere e denunciare le eventuali irregolarita' al
committente, a inps, inail e cassa edile.

Le finalita' sono condivise e i meccanismi mirati e
coerenti. Ma il quadro va letto e completato alla luce
di due considerazioni.

La prima. L'estensione dell'obbligo del durc regolarita'
e congruita' ai lavori privati, comporta di fatto oneri
burocratici ulteriori per le imprese. Quelle che potrebbero
adeguarsi con maggiore difficolta' restano le piccole
e medie imprese di costruzione che, non sempre o
non ancora, sono convenientemente strutturate per
far fronte alla mole degli adempimenti di settore, che
si muovono in un quadro sempre piu' complesso e in
continuo aggiornamento. Gli strumenti messi in
campo saranno dunque tanto piu' efficaci, laddove
siano agevolmente accessibili, semplificati e con tempi
di risposta quanto piu' contenuti, secondo una logica
di miglioramento continuo. In tal senso e' piu' che
auspicabile che i 40mila euro stanziati dalla norma
finanziaria del d.d.l. a favore delle Casse edili per consentire
l'implementazione delle procedure a sostegno
degli obblighi introdotti, “ritornino” alle imprese in
termini di informazione, richieste di regolarita' snelle e
rapide, durc rilasciati in una settimana un servizio,
insomma, di qualita' da parte degli enti preposti.

La seconda e senz'altro piu' importante. Non dobbiamo
fermarci al durc. Nella lotta al lavoro sommerso la
verifica della regolarita' e della congruita' dell'impresa
in quanto tale e' uno strumento a posteriori. Via prioritaria
per raggiungere l'obiettivo resta, e non potrebbe
essere altrimenti, la costante promozione della cultura
della regolarita' e della sicurezza attuata attraverso
iniziative sinergiche e mirate di informazione, formazione
e sensibilizzazione che coinvolgano tutti gli
attori: gli imprenditori, i lavoratori, i tecnici. Questo
spazio di intervento e' compito delle associazioni
imprenditoriali: il messaggio da trasmettere e' come
regolarita', salute e sicurezza siano non soltanto valori
in se', ma strumenti coadiuvanti il livello di competitivita'.

Articolo di LIDIA PAROLI

estratto da: aniem informazioni luglio - ottobre 2007







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