TITOLARI O DIRETTORI TECNICI CON CONDANNE PENALI PER REATI GRAVI IN DANNO DELLO STATO O DELLA COMUNITÀ. In sede di gara d'appalto come interpretare la norma?
Data: 15/01/2008
Argomento: Procedure di gara


Lazzini Sonia
Come bisogna interpretare la norma di cui all'articolo 38 comma 1 lettera c) del d. lgs. 12 aprile 2006, n. 163 smi laddove viene prevista l'esclusione dalle gare per l'aggiudicazione degli appalti pubblici delle imprese nei confronti dei cui titolari o direttori tecnici siano state emesse condanne penali per reati gravi “in danno dello Stato o della Comunita'?

Il legislatore ha inteso, con tale espressione, allargare l'area dei reati che possono essere presi in esame ai fini dell'esclusione dalle gare per pubblici appalti, consentendo alle stazioni appaltanti di valutare non solo quelli compiuti nello Stato italiano, ma anche quelli commessi sul territorio di tutta la Comunita' Europea. 

Merita di essere segnalata la sentenza numero 6162 del 24 ottobre 2007 emessa dal Tar Lombardia, Milano in tema di interpretazione dell'articolo 38 del codice dei contratti:



ma l'emarginata sentenza e' importante anch per il seguente passaggio:

< Il Collegio ben conosce il principio in base al quale, ai fini dell'esclusione di un'impresa dalla gara per un pubblico appalto, non e' sufficiente il mero richiamo al reato compiuto, ma occorre una valutazione discrezionale della stazione appaltante in merito alla sua qualita' ed alla reale incidenza sull'esecuzione del contratto da aggiudicare. 

Nei provvedimenti impugnati tale valutazione e' presente poiche' nell'ambito dello scrutinio di un reato che, va ricordato, assume una incidenza diretta sull'esecuzione del contratto in questione, trattandosi di un incidente in cantiere avvenuto per violazione di norme destinate a prevenire gli infortuni sul lavoro, la stazione appaltante ha considerato che quello compiuto fosse “grave” poiche' gravi sono state le lesioni che ne sono conseguite, consistenti nell'incapacita' di attendere alle ordinarie occupazioni per oltre quaranta giorni, con una valutazione immune da palesi difetti logici.>

Lazzini Sonia

fonte: Diritto.it






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