PROPOSTA SANITA': ABOLIRE CERTIFICATI MEDICI DA 3 GIORNI. Bastera' un autocertificazione del dipendente.
Data: 15/01/2008
Argomento: Personale dipendente


Proposta del segretario della Federazione dei Medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo la proposta di sostituire il certificato medico da tre giorni con un'autocertificazione, seguita da un sistema di calcolo delle presenze al lavoro con lo scopo di premiare i giorni di presenza e penalizzare quelli di assenza.

Addio certificati medici "compiacenti", che garantiscono tre giorni di riposo dal lavoro magari dopo una telefonata all'amico medico, che certo non fa storie nel firmare una diagnosi di influenza o indisposizioni di varia natura: in futuro la certificazione breve potrebbe essere sostituita da una autocertificazione, accompagnata da un sistema di calcolo delle presenze al lavoro che premi i giorni di presenza e penalizzi quelli di assenza. 

E' la proposta di Giacomo Milillo, segretario della Federazione dei Medici di famiglia (Fimmg), interpellato dall'Agi su un tema tornato d'attualita' dopo la condanna della donna giudice che risultava in malattia mentre partecipava a una regata. 

La Fimmg, garantisce Milillo, intende far luce sul fenomeno dei certificati compiacenti, "valutando insieme all'Inps la dimensione del problema, che poi si divide in due categorie: i certificati brevi e quelli lunghi, che non sono piu' semplicemente compiacenti ma sono una vera e propria truffa. Contro la quale si deve agire penalmente su chi sbaglia, cioe' sia il medico che il paziente". Fenomeni che, stando all'osservatorio previlegiato della Fimmg, "non sono frequentissimi, ma quando accadono, come oggi, fanno molto rumore". 

Altra questione e' il piccolo inganno del certificato medico breve, quando un raffreddore o solo un po' di stanchezza diventano un'indisposizione da tre giorni: "Si deve introdurre l'autocertificazione - ribadisce Milillo - magari prevedendo un numero fisso di assenze consentite. Chi ne fa di meno viene premiato, per chi supera il limite scatta una penalita'".

Fonte: La repubblica.







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