ASTI, INCHIESTA SU APPALTI: 10 arresti e 60 indagati. L'operazione della Guardia di Finanza ha riguardato anche altre regioni del nord e del centro.
Data: 17/03/2008
Argomento: Cronaca


Gli imprenditori arrestati si sarebbero accordati sistematicamente tra loro, costituendo quello che viene definito un 'cartello' di imprese per pilotare l'assegnazione di lavori pubblici

(Adnkronos 11 marzo) - Dieci persone arrestate, 60 indagate e 50 aziende coinvolte. Sono i numeri di un'operazione della Guardia di Finanza di Asti su presunte irregolarita' nell'assegnazione di appalti pubblici. Le oltre 60 perquisizioni, che hanno impegnato piu' di 200 militari delle Fiamme gialle hanno toccato, oltre al Piemonte, anche Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Abruzzo. 

L'inchiesta, partita un anno fa, ha riguardato in particolare appalti relativi alla manutenzione di alcune strade dell'astigiano e dell'alessandrino e la spartizione dei successivi lavori connessi alle opere accessori e alla realizzazione di aree industriali attrezzate. 

Associazione a delinquere, truffa aggravata a danno di enti pubblici, turbativa d'asta. Sono le accuse mosse, a seconda delle posizioni, nei confronti dei 10 imprenditori arrestati dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della guardia di finanza di Asti nell'amito di un'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore astigiano Vincenzo Paone, su presunte irregolarita' nell'assegnazione di appalti su lavori stradali e denominata 'Toutvenant' dal termine tecnico di uno strato della pavimentazione delle strade. Un'indagine che si e' sviluppata proseguendo il filone investigativo che lo scorso marzo aveva portato al sequestro di un tratto dell'autostrada Asti-Cuneo a pochi giorni dal tanto atteso taglio del nastro taglio e che ha coinvolto ora numerosi imprenditori di spicco dell'astigiano, alcuni dei quali gia' implicati nella precedente vicenda, e loro collaboratori.

In particolare, attraverso l'esame di documenti e indagini tecniche, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno ricostruito quello che, secondo le accuse, sarebbe stato un sistema per pilotare l'aggiudicazione degli appalti. Secondo gli investigatori gli imprenditori arrestati si sarebbero accordati sistematicamente tra loro, costituendo quello che viene definito un 'cartello' di imprese per fare in modo che gli appalti venissero assegnati a aziende facenti capo alle persone coinvolte nell'inchiesta. Il sistema sarebbe stato quello di predisporre, anche con specifici programmi informatici, e inviare agli enti pubblici banditori delle gare il maggior numero possibile di offerte al ribasso, preventivamente concordate, cosi' da influire sul sistema matematico, previsto dal codice degli appalti del 2006, utilizzato per aggiudicare le gare. 

Sempre secondo le accuse gli imprenditori coinvolti nell'inchiesta avrebbero fatto entrare del gruppo anche aziende di altre zone del nord Italia che, in caso di vincita della gara d'appalto, affidavano i lavori totalmente ai colleghi astigiani e alessandrini violando cosi' la legge in materia di subappalti, in cambio di favori da parte delle societa' astigiane in gare indette da enti pubblici delle altre province. Un sistema di 'cartello' che avrbbe procurato non solo forti guadagni alle aziende vincitrici ma l'esclusione definitiva di alcune di quelle esterne al sistema che avrebbero abbandonato il mercato per mancanza di lavori. 

Nello specifico le indagini hanno riguardato cinque opere pubbliche stradali e connesse, nell'astigiano e nell'alessandrino. Al termine dell eindagini il gip ha emesso 9 ordini di custodia cautelare in carcere e uno agli arresti domiciliari.

fonte: Adnkronos

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