INFRASTRUTTURE: DICHIARAZIONE DEL NUOVO MINISTRO, BASTA CON L'ITALIA DEI NO. «Faro` il Ponte e la Tav fino a Sud»
Data: 12/05/2008
Argomento: Infrastrutture


Matteoli: basta ``Italia dei No``. Se serve, la forza pubblica per realizzare le discariche.


Intervista al Messaggero
Altero Matteoli ha appena salutato Tonino Di Pietro e scambiato le consegne

Il neo ministro delle Infrastrutture confessa, rassicurante: «Io non sono uno che arriva e cancella. Le persone valide e le cose giuste non saranno toccate, credo nella continuita` istituzionale nei ministeri. Non c`e` ne` spirito di vendetta ne` devo vendicare alcunche`». Parla persino bene di Di Pietro: «In questi due anni il governo Prodi ha lavorato male, ma riconosco che qui alcune cose hanno camminato. Erano state impostate dal governo Berlusconi e sono andate avanti».

Un problema grave sono le risorse.

«Le risorse e le priorita`, partirei da queste ultime».

Dica.

«Sui sistemi autostradali una priorita` e` la Pedemontana lombarda, che bisogna far marciare. Ci sono 83 miliardi del novembre 2007 di quella che viene chiamata la gronda ferroviaria».

Se no Bossi chi lo sente?

«Esatto. Passiamo al meridione: la Salerno-Reggio Calabria, dove va sostenuto il progetto di ammodernamento. Poi la Tirrenica: impossibile non farla, se ne parla da troppi anni».

E la famosa Tav in Val di Susa?

«Non e` pensabile che non si faccia. Con chi protesta bisogna dialogare, dare loro le informazioni, pero` poi la politica deve decidere e andare avanti».

Dicono tutti cosi`, poi l`Italia dei no l`ha sempre spuntata.

«In democrazia abbiamo il dovere di ascoltare i Comitati del No. Spesso rappresentano persone in buona fede, ma non sempre e totalmente: c`e` anche chi strumentalizza. Chi e` al governo ha l`obbligo di dare tutte le informazioni, ma poi anche di decidere».

Quale sarebbe la differenza con il governo Prodi?

«Una grande differenza. Loro hanno detto si` ai Comitati del No, gli hanno dato ragione e hanno sospeso i lavori. Cosi` e` successo per i termovalorizzatori in Campania o per i 4 in Sicilia: sospesi, bloccati. Hanno vinto i Comitati».

Ma la gente scende in piazza a fare le barricate. A quel punto che fate?

«In un paese civile non e` consentito che un cittadino blocchi una decisione dello Stato. Gli organi dello Stato sono chiamati a garantire che si proceda. Ad Acerra vi fu un incontro tra il ministro dell`Interno e il capo della polizia, il caso vuole fosse proprio De Gennaro, e gli operai venivano accompagnati a lavorare dagli agenti di pubblica sicurezza. Se li` il termovalorizzatore e` finito lo si deve a quelle scelte e a quel metodo».

Come spiega che Di Pietro sia riuscito a fare, come lei stesso da` atto, e il governo Prodi no?

«Il governo Prodi era bloccato, le leggi non passavano e finivano nel cul de sac del Senato. Di Pietro, invece, ha sfruttato le decisioni prese al Cipe. Ha subi`to molti stop, Pecoraro Scanio gli ha bloccato tante cose, e infatti i due hanno litigato tanto. Per fortuna questo problema noi non lo avremo».

Le grandi opere sono un pallino di Berlusconi. Dopo i salari e le tasse sono una priorita`, no?

«Certo. Prima bisogna mettere soldi nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, cosi` da far ripartire i consumi. La seconda urgenza sono le infrastrutture da cui dipendono lo sviluppo, il futuro delle imprese, l`occupazione e la competizione in Europa. La terza e` la sicurezza, la necessita` di rispondere alle paure della gente».

Ma il Ponte sullo Stretto serve veramente?

«E` una delle promesse della campagna elettorale, va onorata. E non avrebbe senso farlo se in Sicilia non vi fossero infrastrutture adeguate: bisogna lavorare anche li`. L`alta velocita` non puo` riguardare solo il Nord e non deve fermarsi a Napoli».

Che altro volete fare?

«Finire il Mose a Venezia, do atto a Di Pietro che i lavori sono andati avanti».

E di Alitalia che pensa?

«In campagna elettorale Berlusconi ha avuto molto coraggio a farsene carico. Poteva starne fuori, invece... Credo si trovera` la soluzione, la cordata verra` fuori. I lavoratori di Alitalia sono piu` tranquilli, qualcosa si muove».


Claudio Rizza

Il Messaggero - 09/05/2008






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