LAVORO E SICUREZZA, DI CHI È LA COLPA? Interessante lettera di un datore di lavoro ad un giornale provinciale.
Data: 03/07/2008
Argomento: Sicurezza


Lettera di un datore di lavoro al direttore del Giornale "La provincia pavese" in cui espone il problema della distrazione degli operai e del mancato rispetto degli stessi delle disposizioni sulla sicurezza.

Gentile direttore, sono un imprenditore della citta' di Stradella. Di recente si sente parlare tantissimo degli incidenti sul lavoro.

Troppe sono le colpe che vengono attribuite ai titolari, mai una volta che si e' sentito dire… colpa della negligenza o della leggerezza degli operai. 

Con questo non voglio dire che non ci sia responsabilita' da parte degli imprenditori, anzi, tante aziende non investono nel personale, nelle macchine, nella sicurezza e tante cose sono ancora da fare. Infatti c'e' ancora troppo lavoro in nero e c'e' ancora troppo sfruttamento di personale.

Ma quello che ci terrei a sottolineare e' che la maggior parte degli incidenti e' sempre e solo causa di distrazione.

E se poi ci mettiamo anche l'uso improprio dei telefonini, ecco che qui si trova la vera responsabilita'.

Basti pensare anche agli incidenti stradali, la maggior parte e' sempre colpa di quel maledetto cellulare, ma mai nessuno riesce ad ammetterlo. 

Quante volte ci e' capitato di sfiorare l'incidente per colpa di un messaggio o di un cattivo uso del telefono in macchina? Quante?
Se ci fosse onesta' nella risposta, credo tantissime volte, ma e' difficile ammettere che: «Stavo telefonando», oppure «stavo messaggiando quando… pum!», difficile dire: «Ero distratto dalla telefonata con la mia fidanzata e cosi' sono scivolato sull'asse del ponteggio»

Oppure pensate a quello che viene investito dal trattore o dal muletto, e' impensabile che sia sempre colpa del mezzo. E' solo colpa della distrazione umana.

Tante sono le cause che portano a incidenti sia sulla strada che sui cantieri, ma che pero' vengono sempre e solo attribuite a velocita' o alcol, oppure a mancata sicurezza in cantiere, mentre invece dovremmo essere piu' coscienti, attenti, responsabili e alla fine onesti prima di fare una cosa.
Andrea Frustagli Stradella 

Risposta

La distrazione, la stanchezza. Sono state fatte indagini e presentate anche cifre sugli incidenti sul lavoro certamente piu' frequenti a fine turno o a fine giornata. 

Lei, gentile lettore, pone una serie di problemi e fa una serie di esempi certamente tutti calzanti.
Gli operai, i tecnici che stanno tutti i giorni, tutto il giorno sui ponteggi, soprattutto con questo caldo, lasciano magari il casco, si affacciano tra i teloni delle impalcature in cerca di un po' d'aria mostrando di non portare le necessarie attrezzature di sicurezza.

Basta camminare qualche volta a naso in su nelle strade di Pavia, e non solo, per constatare che e' cosi'. Ma non e' solo questo. Un esempio? Viale Matteotti, a Pavia, casa storica in ristrutturazione davanti al castello, qualche giorno fa: a cinque-sei metri d'altezza, due assi penzolanti da una finestra su cui poggia una carriola appena issata e un muratore che salta sul ponteggio (se proprio lo vogliamo chiamare cosi') per afferrarla.

Un minuto di brivido. Ma quanti minuti di brivido al giorno prevede quella situazione? Sara' una scelta del singolo muratore-equilibrista?
p.fiorani@laprovincia pavese.it







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