CASSA DEPOSITI E PRESTITI. Una legge di detassazione degli utili per finanziare infrastrutture pubbliche
Data: 05/11/2008
Argomento: Finanziamenti


""" Un apposita legge dovrebbe dunque prevedere l'esenzione fiscale dei redditi delle societa' di progetto provenienti dalla realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche. Mentre la quantificazione della rinuncia alle future entrate fiscali potrebbe essere esposta nel piano finanziario della societa' in sede di approvazione delle relative nuove convenzioni."""
di Flavio De Luca  -  Fonte: www.opinione.it

Lord Richard Ferdinand Kahn ha dato il nome alla omonima legge economica che suona pressappoco cosi': per ogni cent che lo Stato investe nell'economia nazionale si produce un ritorno pari all'effetto di quel cent moltiplicato per “x”: il moltiplicatore di Kahn. Il settore economico nel quale la societa' massimizza il moltiplicatore di Kahn e' quello delle infrastrutture. Perche' coinvolge un numero elevato di operatori differenti e stimola la ricerca di soluzioni ideative e realizzative che devono fare i conti con principi estetici ed ambientali oltre che di sicurezza e funzionalita'. Lo massimizza inoltre in termini sociologici e politici perche' nulla piu' delle infrastrutture rende credibile stabile il consenso. La sinistra direbbe che la vocazione “conservatrice” delle infrastrutture le rende di destra. E direbbe la verita': basta confrontare le scelte programmatiche del centro-destra e del centro-sinistra in materia di opere pubbliche delle ultime tre legislature. L'attuale contesto congiunturale impone pero' di sperimentare alternative al finanziamento pubblico. I vincoli di finanza e la limitata capacita' di spesa pubblica impongono di battere la strada dell'autofinanziamento. Ma il project financing e' uno strumento spuntato, perche' utilizzabile solo per opere capaci di generare introiti adeguati a sostenere sia i costi finanziari del debito contratto per la realizzazione dell'opera, sia della gestione dell'infrastruttura, sia dell'eventuale remunerazione del capitale di rischio. I vincoli finanziari dunque sono macigni sulla politica infrastrutturale del Paese ma va fatto uno sforzo di fantasia per individuare meccanismi che garantiscano equi ritorni agli investitori e minimo esborso finanziario per lo Stato. 

La notizia che il Governo avrebbe allo studio un nuovo ruolo per la cassa Depositi e Prestiti nel settore delle infrastrutture fa ben sperare. Gia' nel 2005 si era pensato di fare di questo ente la cassaforte di famiglia e non come fu detto per affossare il progetto una nuova Iri. L'idea era autorizzare la Cassa Depositi e Prestiti ad utilizzare le risorse raccolte dal risparmio postale (circa 90 miliardi di euro) per finanziare a tasso agevolato la realizzazione e gestione di infrastrutture pubbliche. Non tutti fecero salti di gioia, tanto meno molti istituti di credito, ma a seppellire l'idea, di cui la riforma dell'Anas varata con gli art. 6 ter della Legge n. 248/05 voleva essere una anticipazione, fu la fine della legislatura e la vittoria del centrosinistra. Oggi il nuovo ruolo della Cassa Depositi e Prestiti potrebbe non bastare. Occorre infatti coinvolgere le imprese, incoraggiando il ploughing back di quelle che operano nel settore, rendendo comunque interessante (re)investire in opere pubbliche: con la detassazione dei redditi delle societa' progetto. La misura non costerebbe nulla all'erario, visto che l'alternativa e' assenza dell'utile da tassare per mancanza dell'investimento che dovrebbe produrlo. 

Brevemente: sul reddito di impresa delle societa' di progetto le aliquote fiscali vigenti gravano, annualmente, per piu' o meno il 40%. L'eventuale riduzione e/o annullamento di tali aliquote impatterebbe sulla concessione limitatamente a quelle ai fini Ires e Irap (l'Iva continuerebbe ad essere incassata dallo Stato perche' non incide sul il costo medio ponderato delle fonti di finanziamento). Un apposita legge dovrebbe dunque prevedere l'esenzione fiscale dei redditi delle societa' di progetto provenienti dalla realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche. Mentre la quantificazione della rinuncia alle future entrate fiscali potrebbe essere esposta nel piano finanziario della societa' in sede di approvazione delle relative nuove convenzioni. Infine il tasso di riduzione delle aliquote (detassazione parziale) o la vigenza delle aliquote ridotte (detassazione totale) potrebbero essere modulate in funzione degli specifici progetti. La sede propria di una normativa di tal fatta potrebbe essere il Collegato alla Legge Finanziaria 2009 e potrebbe fornire ossigeno al programma di nuove infrastrutture reso asfittico dagli attuali saldi di finanza pubblica.

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