Di fronte alla caduta verticale del Pil italiano, il 5,9% certificato
venerdi' dall'Istat, la risposta piu' certa e immediata resta il «piano casa».
È da li' che puo' partire un'inversione di rotta per il 2010. Lo dice il
Cresme, istituto di ricerca economica per l'edilizia, che ha messo a punto nuove
previsioni sull'impatto del piano lanciato da Silvio Berlusconi: investimenti
aggiuntivi per 42 miliardi tra il 2009 e il 2012.
Cifra molto piu' prudente dei 75-150 miliardi "annunciati" a effetto e
senza troppi dettagli dal premier giovedi' scorso parlando agli stati generali
delle costruzioni. Eppure quei 42 miliardi - che equivalgono a 106 milioni di
metri cubi di nuove stanze - cambierebbero il segno al prossimo anno: per
l'edilizia abitativa si passerebbe dalla caduta stimata oggi (-12,4%), con
250mila posti di lavoro a rischio, a un vero boom trainato dalla manovra (+27%).
La tranche 2010 (pari al 40% dell'investimento complessivo) ammonterebbe a 16,8
miliardi: oltre il 10% di iniezione aggiuntiva all'intero mercato delle
costruzioni.
Una valutazione che poggia su ipotesi prudenti, ancora piu' delle stime fatte
a caldo due mesi fa: e' restrittiva l'ipotesi che aderiscano solo il 10% dei
proprietari dei 4,9 milioni di villette uni-bifamiliari con meno di mille metri
cubi e solo il 5% dei 3,7 milioni di proprietari di case a schiera.
Fonte: SOLE24ore