PIU' SOSTEGNO ALLE PMI NELLA CRISI. Le banche facilitino il credito e il governo sostenga la domanda. La ricetta del segretario generale della CNA, Sergio Silvestrini. Con un occhio all'ambiente
Data: 26/05/2009
Argomento: Mercato e Impresa


Un appello alle banche affinche' aumentino il credito alle piccole e medie imprese. Ma anche un invito al governo a varare misure che stimolino la domanda. Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, all'indomani della pubblicazione del Barometro della crisi, l'indagine congiunturale della confederazione (si veda ItaliaOggi del 21 maggio), fa il punto della situazione e parla delle prospettive per i prossimi mesi.



Domanda. Nonostante gli innumerevoli appelli e le convenzioni con importanti gruppi bancari, l'accesso al credito continua a essere il tallone di Achille delle pmi italiane: cos'altro si puo' fare per cambiare la situazione?

Risposta. In pochi mesi la crisi del mercato finanziario ha praticamente coinvolto tutte le economie e gia' oggi sono palesi anche le conseguenze sociali. Le banche continuano a operare una forte selezione nella valutazione del merito creditizio, mantenendo alto il costo del denaro, nonostante gli interventi al ribasso decisi dalla Banca centrale europea.

 In questo scenario l'artigianato e le pmi si trovano in particolare difficolta' anche alla luce dell'allungamento dei tempi di incasso dei crediti commerciali. Il mio auspicio e' che gli interventi ideati per favorire la capitalizzazione delle banche e l'utilizzo delle risorse della Cassa depositi e prestiti possano aumentare il credito a favore delle piccole imprese e migliorare le condizioni di accesso al finanziamento bancario. È inoltre indispensabile un ripensamento della modalita' di relazione con le banche anche attraverso un ruolo piu' attivo delle organizzazioni di rappresentanza, che dispongono di una mole di informazioni utili a valutare la solidita' e le necessita' finanziarie delle imprese.



D. Malgrado la crisi, le pmi italiane sembrano siano riuscite a difendere strenuamente l'occupazione. Cosa prevede la CNA per i prossimi mesi?

R. Effettivamente, dal nostro osservatorio congiunturale (il Barometro della crisi, l'indagine trimestrale realizzata dalla CNA nazionale) emerge che nei primi tre mesi dell'anno l'occupazione nelle piccole medie imprese ha risentito solo in parte della caduta dell'attivita' produttiva e che, nel secondo trimestre, la caduta occupazionale potrebbe rallentare. Bisogna poi aggiungere che le perdite occupazionali rappresentano una circostanza grave in considerazione del valore rappresentato dal fattore lavoro, spesso altamente specializzato, per le imprese piu' piccole. Se pero' l'inversione del ciclo economico non dovesse arrivare nei tempi sperati, le imprese piu' piccole potrebbero esaurire la loro capacita' di tenuta.




D. Quali provvedimenti dovrebbe prendere il governo per stimolare la domanda e migliorare il clima di fiducia?

R. Voglio dare innanzitutto atto al governo di avere favorito la stabilizzazione del mercato finanziario, evitando eventuali fallimenti di istituti bancari e che la crisi potesse diventare sistemica. In questo momento noto pero' con preoccupazione l'assenza di ansie del governo a mantenere l'equilibrio del bilancio pubblico e delle politiche di sostegno all'economia. Ma il deficit e' destinato comunque a crescere, data la dinamica declinante delle entrate tributarie, senza che si siano prodotti effetti espansivi. Cio' detto, sarebbe auspicabile provvedere a rilanciare un piano di opere pubbliche per riqualificare e completare la dotazione infrastrutturale del paese.




D. La CNA ha organizzato a Roma un importante convegno sullo sviluppo sostenibile, al quale e' stato invitato anche il Premio Nobel Amartya Sen. Quali sono le misure concrete che il governo dovrebbe adottare per tracciare un percorso di sostenibilita' anche per le pmi?

R. La via per uscire dalle secche della crisi finanziaria ed economica risiede in una strategia che inneschi processi di cambiamento strutturale e culturale, atti a realizzare modelli di sviluppo sostenibile che prevedano un riequilibrio energetico e ambientale attraverso una forte razionalizzazione dei consumi e un utilizzo sensato delle risorse del territorio. L'artigianato e le piccole imprese sono le candidate naturali per sviluppare e dare consistenza a processi produttivi e culturali che consentano al paese il potenziamento del sistema di risparmio energetico industriale e civile e la diffusione di produzione di energie da fonti rinnovabili

Le piccole imprese possono contare sulla capillarita', sulla presenza di competenze elevate su tutto il territorio nazionale. La CNA, per parte sua, sostiene le imprese che operano nei settori della compatibilita' ambientale, del risparmio energetico e della produzione di energia da fonti rinnovabili. Ricordo, solo a titolo di esempio, la costituzione dei club dell'energia a Bologna, i progetti di casa passiva, gli orti fotovoltaici in Toscana e lo sviluppo della bioedilizia a Treviso.




D. Investire in ricerca e innovazione potrebbe consentire alle imprese di uscire a testa alta dalla recessione: quali sono le misure da intraprendere per favorire questi aspetti?

R. L'innovazione ha sempre rappresentato il vero motore della crescita e un efficace strumento di competitivita'. E se negli ultimi duecento anni l'innovazione ha riguardato la possibilita' di affrancarci dai lavori piu' disagevoli, oggi non puo' che favorire la creazione di tecnologie pulite, infrastrutture ecologiche, offrendo la soluzione delle contraddizioni che rischiano di mettere in discussione il proseguimento stesso dello sviluppo. Deve dunque essere riconosciuto il valore dell'attivita' di innovazione, svolta quotidianamente dalle piccole imprese, e occorre provvedere a incentivarla prontamente mediante misure di defiscalizzazione.



Fonte:  CNA.IT










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