VENETO: PIÙ FONDI AI LAVORI PUBBLICI MENO PER LE PICCOLE IMPRESE. La regione presenta la manovra di rilancio.
Data: 13/11/2009
Argomento: Lavori Pubblici


Sul piatto per l'anno che verra' ci sono 2143 milioni di euro a libera spesa. Il tesoretto regionale, contenuto nel bilancio di previsione disvelato ieri ai consiglieri dall'assessore Isi Coppola, fatica a tenere il passo a causa dei rigidi limiti di spesa (le risorse 'libere' sono calate di 24 milioni), ma c'e' comunque una strategia di fondo che balza all'occhio: alcuni capitoli di bilancio vengono considerati prioritari dall'amministrazione Galan e pertanto sono addirittura in crescita nella dotazione finanziaria, altri invece - per diretta conseguenza - conoscono l'effetto delle forbici.


Il segno piu' caratterizza le linee di spesa destinate a mobilita', infrastrutture ed edilizia pubblica (608 milioni in totale, 48 in piu' rispetto a quest'anno); crescono anche, di 66 milioni, le spese tecniche preventivate per il funzionamento della «macchina» regionale. 


Il consistente aumento dei fondi regionali per il capitolo «infrastrutture», si deve in primo luogo al piano straordinario per le opere di interesse locale (150 milioni di euro previsti nella legge finanziaria 2010 a favore dei lavori pubblici promossi dai Comuni), ideato dal governo re­gionale come strumento anti-crisi per incentivare la ripresa dell'economia veneta. 


E pero', al contrario, si contraggono i fondi destinati allo sviluppo delle piccole e medie imprese, cioe' la vera ossatura del sistema economico veneto (82 milioni rispetto ai 93 stanziati quest'anno). Per non dire della cenerentola agricoltura, gratificata di un taglio superiore ai 15 milioni. Anzi, come ha fatto notare proprio ieri il presidente regionale della Coldiretti, Giorgio Piazza, il dato aggregato degli ultimi sette bilanci regionali produce un saldo negativo evidentissimo per il settore primario: negli anni 2003/04 i milioni stanziati erano 200. 


La signora del bilancio regional
e, Isi Coppola, ha allargato le braccia davanti ai consiglieri: «È evidente - ha commentato - che, in presenza di risorse statiche, se alcune voci del bilancio ottengono maggiori risorse, inevitabilmente altre aree subiranno qualche contrazione». 


Una logica ferrea, che pero' non ha impedito a Giovanni Gallo (Pd), capo­gruppo del principale partito di opposizione, di definire il bilancio uscito dalla giunta «un bollettino di guerra». Cosi' argomentato: «Non c'e' nessun vero piano di rilancio dell'economia veneta. Anzi, i finanziamenti per le Pmi e per il sistema produttivo nel suo insieme diminuiscono. 


Non solo - incalza Gallo - la mannaia si abbatte anche su welfare, istruzione e perfino sulla tanto decantata sicurezza. Ecco il risultato dello spot elettorale di Galan, che con una mano taglia l'addizionale Irpef e con l'altra riduce i servizi». Per la cronaca, l'eliminazione dell'addizionale vale in media un risparmio di 278 euro per i 475 mila contribuenti veneti con reddito superiore ai 29.500 euro che fino a oggi l'hanno pagata.

 

Fonte: Corriere del Veneto







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