REGIONI IN RITARDO SUI PIANI PAESAGGISTICI. Sono soltanto otto le regioni che hanno siglato un`intesa
Data: 07/01/2010
Argomento: Ecologia e Ambiente


La copianificazione segna il passo. Sono soltanto otto le regioni che hanno siglato un`intesa col ministero dei Beni culturali per la stesura congiunta dei piani paesaggistici.


Il codice dei beni culturali e del paesaggio riconosce, infatti, alle regioni la competenza sulla pianificazione in aree vincolate, ma al tempo stesso assegna al ministero la partecipazione obbligatoria alla scrittura del piano. Ed e proprio allo scopo di avviare la pianificazione congiunta che regioni e ministero possono stipulare intese per definire le modalita` di elaborazione dei piani.

 

Finora le amministrazioni che hanno sottoscritto tali protocolli sono soltanto otto: Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto. L`accordo e` stato invece predisposto, ma si attende la sottoscrizione, per Calabria, Lazio e Marche.



In altri casi, come per l`Emilia Romagna, e` in atto il tavolo di copianifi`cazione in base a un accordo precedente al varo del codice e si dovra`, dunque, procedere alla sottoscrizione di un nuova intesa. In attesa anche l`Umbria, mentre in Liguria e Lombardia sono in corso trattative per la stesura di un protocollo condiviso.



Fanno eccezione Sicilia, Valle D`Aosta e Trentino Alto Adige, che hanno piena autonomia in materia di paesaggio in virtu` delle disposizioni dello statuto speciale. Nessuna regione ha, insomma, centrato l`obiettivo dell`approvazione di un piano adeguato al codice entro la fine dello scorso anno (con il ministero che ora potrebbe, ipoteticamente, intervenire in via sostitutiva).



La legislazione sulle aree tutelate rimane, pertanto, un mosaico: dalla Calabria, che ha firmato l`intesa con i Beni culturali, ma e` tuttora sprovvista di una disciplina di tutela, all`Emilia Romagna, che ha appena ridisegnato, con legge varata a fine novembre, la gestione dei vincoli sul proprio territorio.



La Lombardia, invece, dove a luglio e` stato adottato in Consiglio regionale il piano paesaggistico (Ppr), attende da mesi una risposta sulla bozza di intesa per la copianificazione inviata al ministero. L`adeguamento degli strumenti di tutela paesaggistica e`, in ogni caso, un processo lungo, che dovra` concludersi con il recepimento, entro due anni dalla definizione del piano, delle nuove prescrizioni negli strumenti urbanistici vigenti.



Il cerchio si chiudera` poi con la verifica da parte del ministero circa l`adeguamento dell`intero sistema. Alla fine del processo, le autorizzazioni paesaggistiche nelle regioni ``adeguate`` potranno svincolarsi dal parere vincolante delle soprintendenze.

 

Fonte: Ance.it






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