SUBAPPALTI: WHITE LIST PER LE IMPRESE IN REGOLA. Anti-criminalita`. Reinserita la norma
Data: 04/03/2010 Argomento: Procedure di gara
Il Governo ci riprova con le white list per i subappalti
nelle zone a piu` alto rischio di infiltrazione criminale. La norma, rilanciata
dal ministro degli Interni Maroni in un`intervista pubblicata sul Sole 24 Ore di
ieri, e` stata inserita all`articolo 5 del disegno di legge
anticorruzione approvato lunedi` dal Consiglio dei ministri. Prevede
che gli appaltatori possano avvalersi, per i subappalti, delle imprese
``pulite`` inserite in una lista curata direttamente dalle prefetture.
Le stesse prefetture dovranno aggiornare «con verifiche periodiche»
la lista di queste imprese «non soggette a rischio di inquinamento mafioso».
La proposta della white list fu inizialmente avanzata dai costruttori
dell`Ance, che nei territori ad alto rischio mafioso si trovavano a
essere contemporaneamente oggetto della pressione della malavita e sottoposti
non di rado alle indagini delle procure per aver ``imbarcato``
nei cantieri imprese locali provviste di certificazioni antimafia ma comunque
colluse con la criminalita` organizzata.
Da li` l`idea che a certificare le imprese subappaltatrici locali utilizzabili
fossero direttamente le prefetture locali sulla base di
informazioni certamente piu` complete e aggiornate di quelle disponibili per le
imprese.
Alla proposta delle white list aveva dato un sostegno Piero Grasso. Il
procuratore nazionale antimafia aveva chiesto, in particolare, che le imprese
inserite nella lista fossero tenute a sottoporsi alla tracciabilita`
finanziaria, con l`uso di un conto corrente unico per tutte le entrate
e le uscite relative all`appalto.
A favore delle white list anche una personalita` della cultura impegnata nella
lotta contro le mafie come lo scrittore Roberto Saviano, che ha
piu` volte sottolineato la necessita` di creare un circuito dell`economia pulita
contrapposto e alternativo a quello della economia malavitosa.
La norma voluta ora da Maroni non e` diversa da quella che fu inserita gia` nel
decreto legge 39/2009 sull`Abruzzo (articolo 16, comma 5). Il
meccanismo della lista bianca e` praticamente identico ed e` lo stesso anche lo
strumento di attuazione che dovrebbe fissare le modalita` di funzionamento, un
regolamento che nella versione dell`aprile 2009 non e` mai stato
approvato e non e` neanche mai arrivato al Consiglio dei ministri.
Nel disegno di legge approvato lunedi` - che per altro non ha ancora una
versione definitiva - vengono dati due mesi al Governo per approvare il
regolamento. Sulla proposta del regolamento, oltre al Viminale e ai
ministeri di Giustizia, Sviluppo economico e Infrastrutture, il concerto e`
stato esteso stavolta alla Funzione pubblica e al dicastero della
semplificazione normativa.
Uno dei nodi che aveva bloccato l`attuazione delle white list nei mesi
successivi all`aprile 2009 era la possibile incompatibilita` con le
norme Ue in materia di concorrenza. Dubbi che si ripropongono ora e che
il Governo e` orientato a superare garantendo che si tratta di «liste aperte» e
che per l`appaltatore non c`e` alcun obbligo di servirsi delle imprese iscritte
nella white list.
Fonte:
Ance.it
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