Anaepa Confartigianato lancia l'allarme e, per sostenere il settore delle
costruzioni, sollecita l'attuazione del Piano casa e incentivi per la
riqualificazione degli edifici
IN SINTESI
Attivita' in calo del 18,1%, ritardi di pagamento che costano 337 milioni di
euro, finanziamenti bancari in diminuzione del 2%. Sono cifre da brivido
quelle che riguardano il settore delle costruzioni in cui operano 585.000
imprese artigiane, investite dall'onda lunga della crisi.
A lanciare l'allarme e' Anaepa Confartigianato che, dati alla mano, denuncia le
difficolta' abbattutesi con maggiore violenza sull'edilizia proprio in questi
ultimi mesi, quando per altri comparti si inizia a intravedere qualche segnale
di ripresa
A pesare maggiormente sono i ritardi di pagamento da parte degli Enti
pubblici e dei clienti privati: nell'ultimo anno e mezzo gli imprenditori
edili hanno visto aumentare di 38 giorni i tempi di attesa per essere pagati. Un
danno economico enorme, quantificato dall'Ufficio studi di Confartigianato in
337 milioni di euro di maggiori oneri finanziari per la filiera delle
costruzioni.
Come se non bastasse e' arrivata una norma che colpisce proprio le attivita'
che offrono maggiori speranze al settore edile. Si tratta della ritenuta
d'acconto del 10% sui bonifici bancari e postali con i quali i beneficiari delle
agevolazioni fiscali (del 36% sulle ristrutturazioni edili e del 55% per il
risparmio energetico) pagano le imprese esecutrici dei lavori.
Per risollevare le sorti del settore, Anaepa sollecita il rilancio del Piano
casa che interessa quasi 4 milioni e mezzo di famiglie.
Gli incentivi per il risparmio energetico sono un'altra delle misure
anticicliche su cui punta Anaepa Confartigianato per sostenere la domanda.
I DETTAGLI
L'attivita' e' sprofondata a -18,1% rispetto ai livelli pre-crisi e ora, accanto
alla stretta del credito, e' allarme per l'allungamento fino a 90 giorni dei
ritardi dei pagamenti. E non aiuta certo la ritenuta del 10% sui bonifici
scattata a luglio con la manovra estiva. Una crisi insomma sempre piu' nera che
colpisce in modo particolare la piccola impresa e il settore artigiano -
evidenzia un rapporto dell'Ufficio studi di Confartiginato - e che persiste
anche nella prima parte del 2010, a differenza di altri comparti che registrano
invece qualche segnale di recupero.
Nonostante tutto, tiene l'occupazione, +0,4% nel primo trimestre
dell'anno, a fronte invece di cali anche forti in altri settori. Le prospettive
pero' non sono rosee, il persistere dello stallo (il crollo dei volumi e' piu'
forte in Italia rispetto agli altri paesi) potrebbe determinare prossimi
trimestri bui. E resta al palo anche il ' piano casa' dal quale sarebbe
potuta arrivare invece una forte spinta, con un potenziale di cittadini
interessati di oltre 8,7 milioni.
A tutto cio' si aggiunge la stretta di liquidita', a causa il forte
allungamento, dai 52 a 90 giorni, dei pagamenti da parte dei clienti alle
imprese artigiane delle costruzioni. Un dilatarsi dei ritardi che, secondo
Confartigianato determina un costo in termini di maggiori oneri finanziari
stimabile in 337 milioni di euro.
E non basta il debole segnale di ripresa (+3,4%) dei volumi delle compravendite
immobiliari, il confronto e' con lo stesso periodo dello scorso anno quando si
tocco' i livelli piu' bassi. Ma a non andare proprio giu' alle pmi dell'edilizia e'
la brutta sorpresa della manovra finanziaria d'estate, con il via dal primo
luglio scorso alla ritenuta d'acconto del 10% applicata da banche e posti ai
bonifici per le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e il
risparmio energetico.
“Le misure del 36% e del 55% sono gli unici segnali di vitalita' in un
contesto di grande preoccupazione – sottolinea Stefano Bastianoni, segretario
generale di Anaepa Confartigianato - e la ritenuta colpisce i piu' piccoli
privandoli di una liquidita' gia' estremamente scarsa. E' un anticipo d'imposta ma
molte imprese andranno a credito il prossimo anno, e i rimborsi sono lenti. C'e'
un rischio boomerang per un ritorno di una parte al sommerso”.
“In un quadro praticamente da acqua alla gola, il piano casa oggi arenato,
puo' invece funzionare da volano per far ripartire il comparto'' aggiunge
Bastianoni, sottolineando come risulti elevata infatti la propensione delle
famiglie all'utilizzo degli incentivi per le ristrutturazioni, oltre 8.700.000
cittadini (un sesto della popolazione), circa 4,4 milioni di famiglie.
L'intenzione di ricorrere ad ampliamenti del 20% dei volumi abitativi e' piu' alta
poi tra i cittadini che hanno utilizzato gli incentivi del 55% per il risparmio
energetico, misura che dovrebbe essere resa permanente, e' l'auspicio. Peccato
pero' che il piano del 20% e' arenato tra pastoie e lungaggini. “Va bene la
salvaguardia dai possibili abusi, ma non ci stiamo a imbalsamare tutto
rinunciando all'opportunita' di una forte spinta per uscire dalla secca” dice l'Anaepa,
che si prepara a un pressing di sensibilizzazione su Comuni ed enti locali.
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