Bioedilizia: per rispettare l'ambiente
Data: 08/02/2007
Argomento: Ecologia e Ambiente


I dati emersi dagli ultimi rapporti ambientali, riportano al centro dell’attenzione la questione del risparmio energetico. Dalle Eco-architetture le soluzioni per migliorare la qualità della vita.


Roma - Il riscaldamento climatico dell’intero Pianeta raggiungerà un innalzamento calcolato fra l’1,8 e i 4 gradi entro il 2100. Lo riferisce il rapporto pubblicato lo scorso 2 febbraio dagli esperti del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc). Secondo gli studiosi il problema è rappresentato dall’emissione di gas serra provocati dalle attività umane. Ecco perche' il tema delle Bio-Edilizie sembra farsi sempre più strada nella scaletta delle priorità d’intervento mondiali.


L’attività edilizia, per il suo enorme peso produttivo, è inevitabilmente uno dei settori industriali a più alto impatto ambientale, sia per gli effetti del consumo energetico che producono enormi quantità di ossido di carbonio, sia per il sempre più diffuso utilizzo di materiali di origine petrolchimica che determinano gravi problemi di inquinamento ambientale. L’impiego di nuove tecnologie e know-how nel campo dell’edilizia potrebbe dunque rappresentare la miglior strada da percorrere per contribuire ad azzerare l’attuale sfruttamento intensivo di energia e materiali.


In quest’ottica, l’architettura bioecologica può essere vista come un modus operandi attraverso il quale va effettuata, da un lato, una rilettura disciplinare dell’architettura stessa e, dall’altro, una graduale riconversione dell’industria edilizia basata sul rispetto dell’ambiente, della sostenibilità dello sviluppo e della salvaguardia della salute, ponendo l’uomo e la natura al centro dell’operare.


Da una recente ricerca realizzata dal WWF, risulta che l’edilizia civile pesa sul totale del consumo energetico annuale per più del  30%, di cui il 68% per il riscaldamento, il 16% per usi elettrici obbligati, l’11% per la produzione di acqua calda sanitaria e il rimanente 5% per usi di cucina.


Un uso più razionale delle risorse energetiche diventa quindi strategico, sia ai fini dell’interesse del singolo utente, visto che ad una riduzione dei consumi corrisponde una bolletta meno cara, sia ai fini comunitari, considerato che una riduzione del consumo di combustibili si traduce in un inferiore tasso di inquinamento.


Una strada che potrebbe contribuire alla riduzione complessiva del 5,2%, nel periodo 2008-2012, delle principali emissioni di gas che alterano l’effetto serra naturale del nostro Pianeta, e a cui sono chiamati i paesi industrializzati e quelli a economia in transizione che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto, il Trattato internazionale, stipulato nel 1997, attraverso il quale, i paesi firmatari, si impegnano a dare attuazione ad alcuni interventi volti alla riduzione delle concentrazioni di gas-serra.


Una casa a prova di Kyoto
. Rendere la casa più efficiente dal punto di vista energetico significa, in primo luogo, consumare meno energia e ridurre i costi delle utenze, attraverso un adeguato intervento sull’impianto elettrico, sull’illuminazione d’interni e sull’uso di elettrodomestici; contribuire poi alla riduzione dell’inquinamento attraverso costruzioni Bio, e, soprattutto, ridurre i consumi di combustibile ricorrendo all’uso di fonti rinnovabili, come l’energia solare.


La normativa italiana vigente.
L’impiego di queste fonti alternative è oggi ancora più conveniente in termini di qualità, costi e efficienza, grazie agli incentivi statali e locali che ne favoriscono un maggiore uso. La Legge Finanziaria 2007 ha difatti previsto delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici e un Fondo per l’incentivazione di edifici ad altissima efficienza. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, il 6 ottobre scorso, uno schema di Decreto Legislativo che mira ad incoraggiare l’industria italiana delle costruzioni verso l’innovazione tecnologica ed il risparmio energetico, con l’obiettivo di ridurre i consumi di energia e le emissioni di anidride carbonica.

Sara Capraro
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