RINNOVABILI - Si' bipartisan del Senato a loro potenziamento
Data: 30/03/2011
Argomento: Risparmio Energetico


L'Assemblea di palazzo Madama ha approvato sei mozioni che segnalano la necessita' di un potenziamento delle fonti di energia pulita.

Secondo i documenti occorre indirizzare le strategie energetiche nazionali verso il risparmio, l'efficienza e la riqualificazione energetica, l'innovazione e la ricerca.



L'Assemblea del Senato ha approvato con un si' bipartisan sei mozioni sulle energie rinnovabili, sulle quali il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha espresso parere favorevole, ancorche' su alcune di esse condizionato all'accoglimento di talune modifiche.
Tranne la mozione dell'Idv che e' stata respinta a maggioranza perche' non ha voluto accettare le modifiche suggerite dal ministro, sono state accolte le mozioni di tutti gli altri gruppi: Pdl, Lega, Coesione Nazionale, Pd, Udc-Autonomie-repubblicani e Api.

Le mozioni segnalano, in un contesto nazionale di forte dipendenza dalle fonti fossili maggiormente inquinanti e in una congiuntura che impone un ripensamento del rilancio dell'opzione nucleare, l'opportunita' di proseguire in un trend che vede l'Italia tra i Paesi europei con la maggiore crescita delle fonti energetiche rinnovabili, soprattutto attuando una strategia di potenziamento ed incentivazione delle fonti rinnovabili pulite, pur rendendosi necessaria una graduale revisione dei meccanismi di incentivazione evitandone peraltro drastiche ed improvvise riduzioni.

Secondo i documenti approvati, occorre indirizzare le strategie energetiche nazionali verso il risparmio energetico, l'efficienza e la riqualificazione energetica, l'innovazione e la ricerca. Cosi' come bisogna adeguare la normativa nazionale alle direttive europee e rispettare il percorso fissato dall'UE fino al 2020 al fine di combattere gli effetti dei cambiamenti climatici e promuovere l'uso delle energie rinnovabili. E' necessario altresi' colpire abusi, speculazioni e infiltrazioni criminali, garantire la continuita' degli investimenti, l'accessibilita' del credito bancario e la stabilita' del quadro normativo, nonche' evitare ricadute negative su altri comparti produttivi, come quello dell'agricoltura.

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