Decreto sviluppo, altola' ai ricorsi infondati sugli appalti
di Giorgio Santilli (Articolo de IL SOLE 24ore)
La sfida e' di quelle epocali: cancellare quel surplus strutturale di costi
e di tempi che affligge storicamente il sistema italiano degli appalti, anche
nelle comparazioni europee.
Ci prova ora il ministro dell'Economia, GiulioTremonti, che riserva alle
semplificazioni dell'edilizia pubblica e privata il capitolo piu' importante (e
al momento piu' massiccio) del decreto legge per accelerare la crescita
economica. Via via che si avvicina il 6 maggio, data indicata per il
Consiglio dei ministri che dovrebbe varare il provvedimento urgente, il decreto
prende corpo e nuovi capitoli vengono affinati.
Confermato il freno alle 'riserve' che le imprese possono mettere a verbale
per variare il progetto originario e aumentarne i costi, posto sotto il
tetto del 5% anche le opere compensative di mitigazione ambientale finora
escluse, riconfermato lo stop agli arbitrati che costringono la Pa a soccombere
nel 90% dei casi e a pagare costi elevatissimi, ora e' il turno delle liti
temerarie, altra orribile abitudine italiana: fatta la gara, piovono dalle
imprese classificate seconde ricorsi in via amministrativa per tentare di
bloccare l'iter dell'aggiudicazione. Una norma allo studio stabilira' che il
ricorso dovra' essere fondato e, appunto, non 'temerario': se cosi' non sara',
l'impresa sconfitta al giudizio dovra' pagare tutte le spese processuali e anche
una sanzione che si sta definendo.
Una norma che si pone per obiettivo la riduzione del contenzioso e la fine di
questo doppio appesantimento per la pubblica amministrazione, con l'intasamento
delle aule dei tribunali e il rallentamento degli appalti.
Intanto il ministero delle Infrastrutture lavora agli altri capitoli del
pacchetto appalti: per esempio, la trattativa privata per i lavori, per
cui si dovrebbe proporre una soglia di mezzo fra i 500mila euro di oggi e
l'1,5 miliardi contenuti nel Ddl sullo statuto delle Pmi, approvato dalla
Camera. Il ministro Matteoli e i suoi collaboratori vorrebbero anche mettere
un paletto di trasparenza, prevedendo in queste 'procedure negoziate' la
consultazione minima di dieci imprese da parte dell'amministrazione appaltante.
Si lavora anche per coprire la fascia da 1 a 5 miliardi con il meccanismo di
esclusione automatica delle offerte anomale, che sta particolarmente a cuore
alle imprese piccole e soprattutto medie dell'Ance, oggi costrette a un vero e
proprio far west con centinaia di partecipanti alle gare proprio nella fascia
media dei lavori.
Infine si cerca con il Viminale di rendere operativa la legislazione sulle
white list nelle zone ad alto tasso di criminalita' mafiosa: saranno le
prefetture a indicare i subappaltatori che le imprese appaltatrici potranno
scegliere senza il rischio di favorire aziende colluse con mafia, camorra e
'ndrangheta.
Fin qui il decreto per le semplificazioni degli appalti.
C'e' poi il capitolo dei fondi su cui Tremonti qualche segnale dovra'
pur darlo, come chiede il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti. Si attende il
maxi-Cipe che, forse gia' il 29 aprile o piu' probabilmente il 6 maggio, dovrebbe
avere almeno tre partite all'ordine del giorno: lo sblocco dei programmi
regionali finanziati con 15,4 miliardi di Fas 2007-2013; la riassegnazione
alle grandi opere strategiche (mediante i contratti istituzionali di sviluppo)
delle risorse Fas e Ue 'liberate' dai vecchi progetti incagliati; il piano
casa finanziato con i 294 milioni di fondi dell'edilizia abitativa pubblica,
per un investimento complessivo di 2,6 miliardi, gia' concordato dal ministero
delle Infrastrutture con le Regioni.
Non e' escluso, per altro, che si aggiungano a queste somme i 550 milioni della
Regione Lazio, ultima grande regione a chiudere l'intesa istituzionale, forse in
tempo per arrivare al Cipe. Piu' difficile (ma non escluso) che arrivi al
comitato interministeriale, gia' per la prossima convocazione, la partita
aeroportuale con lo sblocco di aumenti tariffari e investimenti per Adr, Sea e
Save.
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