L'Italia e la Bolivia, partner nelle infrastrutture
Data: 18/02/2007
Argomento: Infrastrutture


Il Governo boliviano e quello italiano, nelle persone del Ministro delle acque Abel Mamani e del Vice Ministro degli Affari Esteri Patricia Sentinelli, hanno firmato, il 13 febbraio, un Memorandum of Undertanding per lo stanziamento di 33 milioni di dollari (circa 25 milioni di euro) per eseguire la seconda parte del progetto di Misicuni. Il progetto prevede la costruzione di una diga alta 85 metri che permetterà di dotare di acqua potabile la città di Cochabamba.



"Si tratta di un credito d'aiuto con tasso di interesse dello 0,1%, praticamente quasi un dono", riferisce Matteo Romitelli Primo Segretario dell'Ambasciata Italiana in Bolivia.

"Cochabamba è stata protagonista di una guerra dell'acqua nel 2000, quando un'azienda straniera aveva cercato di alzare i prezzi. Quindi questo è un tema molto sensibile per quella zona, in cui notoriamente c'è una carenza di risorse idriche. Il volume di acqua disponibile, dopo la costruzione della diga, sarà maggiore".


Il Progetto Misicuni 2 ha come obiettivi, infatti, il miglioramento delle condizioni sanitarie di base della popolazione della città di Cochabamba e delle aree circostanti, attraverso il potenziamento del sistema di adduzione di acqua potabile; inoltre si punta all'innalzamento del tenore di vita della popolazione delle zone limitrofe la valle di Cochabamba attraverso la costruzione di un sistema di irrigazione e il conseguente aumento della produttività agricola. Il Progetto consiste, oltre che nella costruzione della diga, in un insieme di lavori complementari e nella realizzazione della linea di adduzione di approssimativamente 8,7 km da Portal Calio alla località di Molle Molle, dove è prevista la realizzazione di un impianto di potabilizzazione delle acque con una capacità di 1 m3/sec. Il Progetto ha un costo totale di 38,33 milioni di Euro (46 milioni di Dollari americani). Oltre al finanziamento del Governo italiano, la CAF – Corporaciòn Andina de Fomento – contribuisce con un credito di 5,83 milioni di Euro (7 milioni di Dollari americani) e l'importo restante, equivalente a 5,83 milioni di Euro (7 milioni di Dollari americani), è stanziato dal Governo boliviano.


In origine le condizioni finanziarie di credito prevedevano un tasso di interesse dello 0,15%, una durata del credito di 25 anni e un periodo di grazia di 13 anni, con un tasso di concessionalità del 60%. Il Governo italiano, a richiesta del Governo Boliviano e dopo aver considerato il contesto attuale del Paese e la condizione di povertà in Bolivia, ha deciso di applicare le seguenti condizioni: tasso di interesse dello 0,10%, durata del credito di 29 anni e periodo di grazia di 20 anni (tasso di concessionalità del 70%).


"Non è la prima volta che l'Italia corre in aiuto della Bolivia -continua Matteo Romitelli-. Altri finanziamenti sono già stati erogati in passato per la costruzione di un tunnel, per l'aeroporto di Cochabamba e per un tratto di strada per cui sono stati erogati 18,2 milioni di euro con un tasso d'interesse dello 0%. Inoltre, nei giorni scorsi sono stati stanziati aiuti di emergenza pari a un milione di euro per venire incontro alle popolazioni devastate dalle inondazioni : si tratta di un doppio aiuto, perche' tutto è stato comprato da aziende boliviane".


La crisi istituzionale e politica che ha caratterizzato la Bolivia da diversi anni sembrava superata a seguito dell'amplia maggioranza ottenuta da Evo Morales nelle elezioni presidenziali di dicembre 2005. Le trasformazioni iniziate immediatamente dal nuovo Governo hanno determinato la fine di un ciclo politico e dato inizio ad un complesso periodo di transizione. La democratizzazione e decentralizzazione dello Stato, i programmi a favore sia dello sviluppo produttivo regionale che dell'eliminazione del latifondo rappresentano le prime trasformazioni di un programma molto più ampio di riorganizzazione del sistema politico, di politica economica e sociale (contro l'ingiustizia e la disuguaglianza) e delle relazioni internazionali. La misura più forte adottata dal Governo Morales è stata quella riguardante il decreto di nazionalizzazione degli idrocarburi ( firmato dal Presidente a maggio 2006) che obbliga le multinazionali a consegnare tutta la produzione di gas e petrolio allo Stato (che ne gestisce la commercializzazione) con l'avvertimento che in caso di rifiuto dovranno abbandonare il Paese entro 6 mesi. Il Decreto ha previsto inoltre il controllo da parte dello Stato delle installazioni in Bolivia delle multinazionali attraverso la nazionalizzazione della maggioranza delle azioni. Le principali compagnie petrolifere che operano in Bolivia pregiudicate da questa situazione sono: la brasiliana Petrobras, la spagnola Repsol YPF, le britanniche British Gas e British Petroleum e la francese Total . La misura adottata dal Governo ha ovviamente generato un raffreddamento delle relazioni con i Paesi coinvolti, precedentemente sostenitori del Presidente Morales.


Secondo i dati preliminari della Banca Centrale Boliviana, nel I semestre del 2006 il PIL ha registrato un aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2005. A questo aumento hanno contribuito significativamente l'industria estrattiva per la produzione di minerali metallici e non metallici (+18,7%), il settore agricolo e dell'allevamento (+4,1%) per la produzione di soya e mais, e l'industria manifatturiera (+3,6) per la produzione di alimentari e bevande. La domanda interna ha mostrato una crescita del 3,5%, con un incremento del consumo privato dovuto in parte all'aumento dell'entrata di valuta ed in parte per l'aumento delle remunerazioni del settore pubblico. Si osserva inoltre una crescita del 5,9% degli investimenti. Il debito estero ha raggiunto i 5.977 milioni di dollari con una flessione del 3,2% rispetto al primo semestre del 2005.

Nel primo semestre 2006, la bilancia commerciale ha registrato un surplus di 488 milioni di dollari, con una crescita del 172% rispetto allo stesso periodo del 2005. Il saldo commerciale per settori, mostra un surplus nell'interscambio di combustibili e lubrificanti (+61%) dovuto principalmente all'aumento delle vendite di gas al Brasile. Si rileva inoltre un aumento del 551% delle esportazioni di minerali, metalli, altre materie prime e prodotti poco lavorati che assieme alle esportazioni di idrocarburi, confermano la dipendenza del Paese dalle esportazioni di materie prime.


Gli IDE lordi in entrata nel primo semestre dell'anno, hanno raggiunto 210,5 milioni di dollari, flusso poco superiore a quello dello stesso periodo del 2005 (USD 206,9 milioni di dollari). I principali settori destinatari sono stati: minerario (USD 118,3 milioni), degli idrocarburi (USD 46,9 milioni) ed industriale (USD 25,4 milioni). La Bolivia gode del sistema di preferenze generalizzate che prevede l'accesso senza accise o gravami dei prodotti boliviani nello spazio UE. Tra i mercati di destinazione, il Brasile si riconferma il maggior partner commerciale della Bolivia, con 636,2 milioni di dollari, registrando un incremento rispetto al primo semestre 2005 del 50,8%, a seguire Stati Uniti (+7,8%), Argentina (+50,2%) e Giappone (+203,02%). Rispetto al primo semestre 2005, i rapporti commerciali con l'Unione Europea sono aumentati del 37,5% raggiungendo i 97 milioni di dollari. Il mercato più importante in questo ambito è rappresentato dalla Gran Bretagna, che da sola rappresenta più di un terzo delle esportazioni verso questa zona economica, seguita dall'Italia e dal Belgio. Per ciò che riguarda i Paesi d'origine delle importazioni, tra i principali si riconfermano al primo posto Brasile, con un aumento mensile stimato del 14,9%, seguito da Argentina e Stati Uniti, rispettivamente con un aumento mensile stimato del 19,8% e del 5,6%. Le importazioni provenienti dall'Unione Europea rappresentano il quinto mercato di riferimento per la Bolivia.


Secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica Italiano (ISTAT), i rapporti commerciali con l'Italia sia per ciò che concerne le esportazioni che le importazioni si sono mantenuti sostanzialmente stabili. Per ciò che concerne le esportazioni boliviane verso l'Italia si è registrato una variazione del 0.44%; hanno registrato saldo positivo anche le importazioni boliviane dall'Italia: nel periodo intercorso dal gennaio al marzo 2006, si è registrato un aumento del 0.44% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I prodotti italiani maggiormente esportati in Bolivia sono stati macchine per impieghi speciali, macchine e apparecchi per la produzione e l'impiego di energia meccanica, apparecchi riceventi per la radiodiffusione e la televisione ed altre macchine ad impiego generale. I prodotti boliviani maggiormente importati in Italia sono stati: cuoio, articoli di abbigliamento in tessuto e accessori, legno e prodotti in legno (esclusi i mobili) e i prodotti grezzi di cave e miniere .


Con il fine di rendere proficue le complementarietà nelle specializzazioni produttive dei due Paesi, l'Ambasciata d'Italia ha messo in moto una serie di attività che vanno dall'organizzazione di visite di natura commerciale di imprenditori e rappresentanti politici italiani in Bolivia, in relazione ai prodotti di maggiore importanza all'interno degli scambi tra i due Paesi (tessili, cuoio, legno per quello che riguarda le esportazioni Boliviane e beni di capitale ed articoli di consumo duraturi in riferimento le esportazioni italiane), al rinvigorimento della partecipazione italiana alle fiere in Bolivia, come ad esempio alla Fiera Internazionale di Santa Cruz, dove nel 2003 l'Italia è stata uno dei quattro Paesi europei partecipanti ufficiali. Ugualmente, in assenza di un ufficio di commercio estero, l'Ambasciata d'Italia svolge un importante ruolo di mediatore e di punto di riferimento per le imprese di entrambi i Paesi, per quanto riguarda contatti tra importatori, situazione dei mercati, partecipazione a fiere, ecc. L'Ambasciata ha tenuto recentemente riunioni con alcune imprese dei settori tessile, artigianato e oreficeria, per una loro partecipazione a fiere in Italia (tra queste ricordiamo quella dell'artigianato a Nibbio e Firenze, quella di oreficeria a Vicenza, di cuoio a Bologna), per le quali l'Ambasciata ha facilitato la loro partecipazione operando da intermediaria, ed aiutando anche nella coordinazione di associazioni di produttori che si sono uniti per una partecipazione più strutturata.

L'idea è di estendere nel futuro questa collaborazione ad altri settori.

"Il mercato boliviano ", continua  Romitelli dall'Ambasciata, "è piuttosto difficile, perche' ristretto e non ricco. C'è difficoltà di penetrazione per i prodotti italiani, anche se qualche importatore ora sta iniziando a portare qualcosa. Il vino italiano, per esempio, subisce la forte concorrenza dei vini sudamericani, che costano meno. Per quanto riguarda gli investimenti, le difficoltà pure ci sono - questo è un Paese con un sistema viario non adeguato – e, nonostante ci sia un grosso potenziale negli idrocarburi e nelle miniere, non ci sono per ora ditte italiane in questo settore . Il Governo boliviano continua a dire che gli IDE sono ben accetti e necessari, ma a quanto pare non c'è ancora stata una risposta da parte degli imprenditori italiani, forse intimoriti dallopera di nazionalizzazione messa a punto da Morales. Piccoli e medi imprenditori italiani ci sono (sono 2500 gli italiani residenti) in quasi tutti i settori: tessile, agroalimentare, legno, ecc.". Per quanto riguarda la gara d'appalto che si svolgerà fra poco tempo per la costruzione della diga di Misicuni, "Essa è riservata ad aziende italiane, ma per ora non ci sono state segnalazioni di interesse. Qui in Bolivia è presente solo la Astaldi, che ha eseguito diversi lavori infrastrutturali e ha un proprio ufficio rappresentativo nel Paese ".


"Siamo presenti da quasi 15 anni", conferma Pietro Arioni della Astaldi boliviana. "Abbiamo costruito, tra le altre cose, un complesso idroelettrico per un'impresa privata americana tra il 2000 e il 2003 e un tunnel a Misicuni. In questo momento abbiamo appena iniziato i lavori per un tratto di strada che collegherà la parte orientale della Bolivia con il Brasile. Sarà terminata fra due anni e mezzo. I fondi per questo progetto sono in parte europei e in parte del Governo boliviano". Per quanto riguarda la diga di Misicuni, "è ancora presto per dire qualcosa in merito", conclude Arioni.


Fonte: News ITALIA PRESS







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