SICUREZZA. Ue mira a ridurre del 25% gli infortuni e malattie sul lavoro.
Data: 22/02/2007
Argomento: Sicurezza


BRUXELLES. Dumping sociale, stress da lavoro, mobbing, infortuni dei lavoratori in nero. Sono questi alcuni dei temi inclusi nella nuova strategia adottata dalla Commissione Europea. La strategia mira a
tutelare la vita umana, riducendo del 25% entro il 2012 le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro nell'UE, ridurre gli oneri per lavoratori e datori di lavoro e limitare il dumping sociale che deriva da bassi standard di sicurezza sociale.


I numeri parlano chiaro. Nel 2000 i costi legati agli infortuni sul posto di lavoro son stati 55 miliardi di euro. Complessivamente son stati persi 550 milioni di giorni di lavoro. Questo ha significato un infortunio ogni 5 minuti e un decesso ogni due ore.


Sono 814 vite risparmiate. La nuova strategia per il 2007 - 2012
fa a seguito a risultati incoraggianti ottenuti dalla strategia applicata nel quinquennio precedente quando gli infortuni che hanno come conseguenza un'assenza dal lavoro di tre giorni o più sono diminuiti del 20% e quelli mortali del 17%, permettendo di salvare più di 800 vite umane.


I progressi variano però secondo i paesi
, i settori, le imprese e le categorie di lavoratori. "E' molto difficile fare una statistica precisa- ha spiegato il commissario Ue al lavoro e agli affari sociali Vladimir Spidla- perche' in certi Paesi si considera mortale un incidente che provoca la morte del lavoratore dopo 3 giorni, in altri dopo 5, in atri dopo un mese". Secondi dati del 2003, i più recenti, i paesi europei in cui è garantita una sicurezza maggiore sul posto di lavoro sono i Paesi nordici e la Gran Bretagna.


Particolarmente esposte sono le piccole e medie imprese
, in cui si verificano l' 82% delle lesioni professionali e il 90% degli infortuni mortali sul lavoro. I settori della costruzione, dell'agricoltura, dei trasporti e della sanità sono quelli che presentano il rischio più elevato di infortuni sul lavoro.


"Dati spaventosi riguardano il lavoro in nero", ha commentato il Commisario Ue. Insieme a loro i giovani, gli immigrati, gli anziani, i lavoratori che prestano la loro attività in condizioni precarie sono le categorie più fortemente colpite.


Nuove malattie.
Per Bruxelles anche se negli scorsi cinque anni sono stati compiuti importanti passi avanti, molto resta ancora da fare. "Sono in aumento le malattie specifiche- ha spiegato Spidla- comprese le patologie muscoloscheletriche - lombalgie, dolori articolari, lesioni indotte da stress fisici ripetuti". I mutamenti nel mondo del lavoro comportano nuovi rischi e si osserva un aumento di certe malattie e patologie causate da stress psicologici. "Stiamo prendendo in considerazione anche lo stress da lavoro e lo stress da mobbing", ha aggiunto il Commissario Ue.







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